Ospedali a Monza e Brianza, alleanza tra Lega, Pd e M5S: «Serve un’unica azienda socio sanitaria»

La proposta dei rappresentanti regionali di Lega, Pd e M5S per modificare l’assetto della sanità a Monza e Brianza e i bacini degli ospedali: creare un’unica grande azienda socio sanitaria.
L’ospedale San Gerardo di Monza
L’ospedale San Gerardo di Monza Fabrizio Radaelli

Un’unica Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) per tutta la Brianza. Unendo quelle di Monza e di Vimercate. È questa la proposta avanzata dai consiglieri regionali brianzoli, volta a modificare la legge di riforma sanitaria del 2015. Una cabina di regia che contempli anche la voce del territorio, richiesta e voluta dallo stesso assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. «La Brianza ha subito forti disagi in seguito alla riforma e questi incontri congiunti, portati avanti a prescindere dal colore politico, sono un’occasione imperdibile per provare a modificare lo stato delle cose», ha spiegato il consigliere Pd, Gigi Ponti, intervenuto lunedì mattina in una conferenza stampa in Provincia, alla quale hanno partecipato anche i consiglieri leghisti Andrea Monti, Marco Mariani e Alessandro Corbetta, insieme al consigliere del M5S Marco Fumagalli.

Intorno al tavolo anche il consigliere provinciale Andrea Villa (Lega) e i sindaci di Seregno, Alberto Rossi e di Albiate, Diego Confalonieri. A tirare le fila della discussione c’era Concettina Monguzzi, vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza. Assente al tavolo la rappresentanza di Forza Italia, «un elemento importante nell’assetto politico della Brianza – ha puntualizzato il consigliere Villa – e che ci auguriamo condivida questo nostro impegno».

Un’unica Asst, dunque, e il potenziamento dei presidi territoriali di Seregno, Carate Brianza e Desio, per garantire prossimità e continuità al servizio offerto ai cittadini della provincia. È questa in sintesi la richiesta avanzata dai consiglieri brianzoli e sostenuta dagli amministratori locali. La riforma, infatti, ha suddiviso il vasto territorio provinciali in due ex aziende ospedaliere: Monza e Desio insieme e poi Vimercate, Seregno e Carate. Solo questo secondo comparto comprende ben 45 comuni per oltre 500.000 abitanti. «Solo questi numeri da soli servirebbero a spiegare la sproporzione di questa modifica dei confini dell’Asst. Attualmente si arriva al paradosso che un cittadino di Lissone, che si trova a pochi metri dall’ospedale San Gerardo di Monza, è costretto a far riferimento all’ospedale di Vimercate perché è quello la struttura di appartenenza», ha spiegato Monguzzi. Per non parlare di chi abita a Lazzate che per prestazioni sanitarie è costretto a rivolgersi sempre a Vimercate, esattamente dalla parte opposta del confine provinciale.

Al centro delle priorità manifestate dai consiglieri regionali e dai sindaci c’è la richiesta di prossimità e continuità della cura che deve essere garantita a tutti i cittadini e in particolare ai pazienti che si rivolgono alla struttura sanitaria per problemi di natura psichiatrica, i dializzati, i diabetici, i malati cronici ma anche chi richiede l’accesso ad ausili particolari o a sedute di logopedia.

«È sbagliato definire i confini della sanità in senso geografico e non in base ai bisogni», ha ribadito Marco Mariani. Il percorso è lungo e il dibattito ancora aperto. «È importante sfruttare al meglio questa opportunità di confronto che ci viene concessa dall’assessore Gallera, nell’interesse dei cittadini della provincia che hanno subito forti disagi in seguito a questa riforma», ha aggiunto il primo cittadino di Seregno.