Ospedale San Gerardo e Fondazione MBBM: pressing per l’accordo

Sarà una specie di conclave, quello che si terrà nei giorni prossimi sul destino della Fondazione per il Bambino e la sua Mamma. Un incontro tra gli uomini dei conti di MBBM e del San Gerardo, fortemente caldeggiato da Regione e primo esito concreto della relazione consegnata dal Comitato per la valutazione delle sperimentazioni, è infatti già in agenda.
L’ingresso dell’ospedale San Gerardo di Monza
L’ingresso dell’ospedale San Gerardo di Monza

Sarà una specie di conclave, quello che si terrà nei giorni prossimi sul destino della Fondazione per il Bambino e la sua Mamma. Un incontro tra gli uomini dei conti di MBBM e del San Gerardo, fortemente caldeggiato da Regione e primo esito concreto della relazione consegnata dal Comitato per la valutazione delle sperimentazioni, è infatti già in agenda.

Il documento, finito sui tavoli di ATS, ASST, MBBM e rispettivi revisori, contiene i riscontri dell’ente lombardo sulle due proposte avanzate in estate dalla stessa Fondazione e dall’ospedale. Giudicando non ricevibile il piano di rientro della prima e accantonando per ragioni di costi il progetto di internalizzazione del secondo, Regione invita le due parti a formulare un piano condiviso da entrambi (di qui la convocazione dell’incontro tra i revisori, con sede proprio al Pirellone) entro i paletti fissati dal documento medesimo. Una corposa analisi delle “anomalie” nella genesi e nello sviluppo della sperimentazione è infatti unita a una disamina articolata di costi e ricavi che motiva il giudizio non positivo sul primo piano presentato. Poi il Comitato punta deciso su una “terza via” che difenda l’offerta sanitaria sistemica ma obblighi Fondazione a ristrutturarsi iniziando a destinare quote ingenti dei suoi utili per ripianare i debiti col San Gerardo, quantificati in circa 14 milioni.

In pratica, Regione dice cosa fare ed entro quando, ma non come. Dal momento che per statuto il rischio economico ricade unicamente sul soggetto privato (Fondazione Tettamanti e Comitato Verga), è a quest’ultimo che spetta fornire garanzie sul piano di rientro. Per lo stesso motivo, Regione lascia a MBBM il compito di rimodulare i piani, ma chiama al tavolo il San Gerardo, che in qualità di socio fondatore è caldamente invitato a cooperare alla definizione di questo piano.

A questo punto l’indicazione dell’assessorato guidato da Giulio Gallera diventa molto chiara: ASST e Fondazione devono condividere un piano che tuteli l’offerta sanitaria e le esternalità positive di MBBM in termini di attrattività di risorse, garantendo al contempo che i crediti vantati dall’ospedale siano soddisfatti.

Il fascicolo tocca anche il tema della palazzina di via Pergolesi, gli sforzi economici per edificare la quale sono stati inseriti nel patrimonio della Fondazione stessa con una donazione del Comitato: tema questo che potrebbe costituire argomento di discussione tra i revisori. In questi giorni le rispettive diplomazie sono al lavoro per limare numeri e cifre da portare all’incontro: un passaggio cruciale, anche perché la stessa relazione non risparmia giudizi critici sulla mancanza di coordinamento e dialogo fin qui tra MBBM e ASST.

Alle due “parti” Regione ha detto di trovare un accordo, per facilitare il quale nasce l’incontro in agenda: ai revisori sarà infatti formalmente presentata la relazione in modo da stabilire un terreno comune che serva a decisioni immediatamente successive. Si arriverà poi a questa sintesi? Come? Con che assetto da parte di Fondazione (personale, reparti, costi)? E soprattutto, che scenari si aprirebbero in caso di mancato accordo (posto che ovviamente i revisori sono autonomi rispetto alle scelte politiche delle dirigenze)? A queste domande, entro settimana prossima, dovrebbe arrivare risposta.