Ospedale, Monza coordina il progetto con i robot di riabilitazione post ictus

Monza al centro di un progetto per il trattamento robotico nel recupero dopo un ictus. L’unità operativa di Medicina fisica e riabilitazione della Asst di Monza rappresenta il centro coordinatore dello studio che si propone di migliorare le indicazioni del trattamento robotico e raggiungere risultati più efficaci, in minor tempo, nel recupero dell’arto superiore dopo l’ictus.
Monza, ospedale: riablitazione post ictus con robot
Monza, ospedale: riablitazione post ictus con robot

Monza al centro di un progetto per il trattamento robotico nel recupero dopo un ictus. L’Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione della Asst di Monza, con la collaborazione dell’Istituto di Biorobotica dell’Università di Pisa, rappresenta il centro coordinatore dello studio che si propone di migliorare le indicazioni al trattamento robotico e raggiungere risultati più efficaci, in minor tempo, nel recupero dell’arto superiore dopo l’ictus.


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Il progetto vede impegnate 21 strutture riabilitative italiane dotate di apparecchiature robotiche, aderenti all’Italian Neuro Rehabilitation Robotic Group (INRRG) e punterà alla comprensione dei diversi effetti terapeutici di questo approccio tecnologico negli esiti di ictus rispetto alle terapie convenzionali.

Un lavoro multidisciplinare tra fisiatri, bioingegneri, fisioterapisti, tecnici di neurofisiopatologia e le altre professioni della riabilitazione che consentirà di ottenere risultati scientificamente rilevanti, trasferibili nella pratica clinica per migliorare l’efficacia del trattamento riabilitativo nelle malattie neurologiche.

“Il progetto che coordiniamo dimostra l’esperienza consolidata che abbiamo nel settore sulla riabilitazione negli esiti di ictus, un tassello fondamentale nella prosecuzione della cura post evento acuto”, sottolinea il direttore generale della Asst di Monza Matteo Stocco.

“La tecnologia per la riabilitazione sta facendo enormi progressi – spiega Donatella Bonaiuti, direttore dell’Unità operativa – e gli studi degli ultimi anni stanno dimostrandone l’efficacia con il miglioramento dei risultati finali, soprattutto nelle disabilità di origine neurologica, come evidenziato con le tecniche di neuro imaging che ne hanno dimostrato l’azione sulla riorganizzazioone cerebrale. In Italia cominciano ad essere numerosi i centri riabilitativi che ne sono dotati, ma ogni robot presenta caratteristiche di costruzione e modalità di utilizzo con piccole differenze che potrebbero orientare le indicazioni e modalità di uso e migliorarne l’efficacia clinico funzionale”.

“Questi strumenti – continua la dottoressa Bonaiuti – facilitano il riapprendimento di alcuni schemi motori compromessi a causa della lesione cerebrale. Forniscono informazioni utili a quantificare la forza, l’accelerazione e la velocità degli esercizi in base alle condizioni individuali e adeguare di volta in volta l’esercizio in un percorso terapeutico che diventa sempre più personalizzato”.

Nelle strutture coinvolte nel progetto, saranno presi in carico tutti i casi con esiti di ictus che, nei 24 mesi successivi all’autorizzazione dei rispettivi Comitati Etici dei Centri di Neuroriabilitazione aderenti allo studio, verranno consecutivamente assegnati al trattamento robotico per il recupero dell’arto superiore. I risultati dello studio “spontaneo”, ovvero senza alcun condizionamento da parte dei produttori, sono attesi nel 2020.