Omicidio-suicidio di Giussano, la criminologa: «Cercava un’arma molto efficace»

Il modo di agire, quello di Alessandro Turati responsabile del doppio omicidio di Paina di Giussano, verrà analizzato dagli inquirenti. Per la criminologa Isabella Merzagora Betsos la scelta del coltello come arma va letta come «volontà di servirsi di un’arma molto efficace».
Giussano: Marina Cesana e Paola Parravicini, uccise nel sonno dal figlio e nipote Alessandro Turati poi suicida
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Le coltellate alle proprie vittime e poi contro se stesso. Un modo di agire, quello di Alessandro Turati responsabile del doppio omicidio di Paina di Giussano, che verrà analizzato dagli inquirenti. Per Isabella Merzagora Betsos, criminologa dell’università Statale di Milano, la scelta della lama va letta come espressione della «volontà di servirsi di un’arma molto efficace, alla quale – spiega l’esperta – si ricorre quando non si ha a disposizione un’arma da fuoco, ma non gli attribuirei una valenza simbolica. Chi ha ucciso può averlo fatto in una situazione di grave disagio, anche se è ancora presto per stabilirlo. Ad ogni modo, bisogna sempre ricordarsi che, in casi del genere, si è davanti a persone che soffrono».


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Resta da capire anche come il giovane sia riuscito a sopraffare le due donne, senza che queste abbiano avuto la possibilità di reagire.
«La legge criminologica dice che gli uomini sono in genere più aggressivi delle donne – conclude Isabella Merzagora – non perché più forti fisicamente, ma perché è tale il loro modo di agire. Gli uomini uccidono e feriscono di più. In Italia gli uomini denunciati per omicidio volontario sono più del 90%, le donne meno del 10%. In genere è più facile che le donne se la prendano con i bambini».