Nuova vita per l’ex Mercatone Uno di Cesano Maderno con l’abbigliamento di MaxFactory

Saranno 29 gli ex dipendenti ricollocati nella nuova attività, dei restanti 28 la maggior parte è stata assunta altrove o aveva i requisiti per la pensione. Il punto vendita è chiuso dal maggio del 2019, quando l’ultima proprietà era fallita lasciando senza occupazione i lavoratori e decine di clienti senza merce ordinata e senza rimborsi.
L’ex Mercatone Uno al confine con Seregno
L’ex Mercatone Uno al confine con Seregno

Mercatone Uno di via don Luigi Viganò a Cesano Maderno rinasce grazie al gruppo MaxFactory. Dal prossimo marzo, mese in cui è prevista l’inaugurazione, il grande magazzino al confine con Seregno non venderà più arredamento e articoli per la casa ma abbigliamento uomo, donna, bambino, calzature, accessori e home.

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I lavori di ammodernamento e restauro degli ambienti sono in corso. Il punto vendita è chiuso dal maggio del 2019 quando l’ultima proprietà, “Shernon Holding”, era fallita lasciando senza occupazione 49 lavoratori e decine di clienti insoddisfatti, che attendono ancora il rimborso di arredi pagati e mai consegnati. Saranno 29 gli ex dipendenti ricollocati nella nuova attività, dei restanti 28 la maggior parte è stata assunta altrove o aveva i requisiti per la pensione.

Stefano Giorgetti, direttore generale “MaxFactory”: «Siamo orgogliosi di contribuire al rilancio economico ed occupazionale della zona. Siamo convinti delle potenzialità di questa area per il mercato locale e regionale e per la sua posizione strategica». Il punto vendita di via Viganò sarà il ventiquattresimo di proprietà del centro moda tra Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna.

Sulla riapertura del grande magazzino e soprattutto sulla ricollocazione dei lavoratori esprime piena soddisfazione il sindaco di Cesano Maderno, Maurilio Longhin: «È una bella notizia la nascita di questa nuova realtà economica e il rientro al lavoro del personale. L’amministrazione comunale ha seguito tutti gli sviluppi svolgendo un ruolo strategico nel semplificare il percorso tecnico burocratico necessario per la nuova apertura, forte anche delle due esperienze precedenti in situazioni di crisi occupazionale, quelle di “Sigma” e de “Il Gigante”, entrambe concluse in modo positivo con la riassunzione di tutti i lavoratori».