Nuova ala dell’ospedale San Gerardo di Monza finita da 8 mesi ma ancora vuota

I tecnici: «a questo punto potremmo spegnere gli impianti». Un “fermo” che potrebbe portare a problemi tecnici al riavvio con ulteriori costi per la collettività. Intanto si “prendono le misure” per gli arredi della struttura.
Monza, il cantiere del’ospedale san Gerardo
Monza, il cantiere del’ospedale san Gerardo fabrizio radaelli

È stato in cantiere gran parte dell’estate, insieme ad altre otto persone. A presidiare il nuovo avancorpo, finito e completamente vuoto (LEGGI ANCHE QUI), per garantire il buon funzionamento degli impianti: la luce, la bonifica e la circolazione dell’acqua , nonché l’areazione. Andrea Lantini di Cmb (Cooperativa muratori e braccianti di Carpi), una delle quattro aziende edificatrici raggruppate in Syncron (con altre) e impegnate nell’ampliamento e nella ristrutturazione dell’ospedale San Gerardo, dopo aver espresso la sua amarezza per il mancato coordinamento tra la fine dei manufatti e l’installazione degli arredi, ora suona il campanello di allarme.

«Non so se potrò tenere qui fermi, in cantiere, gli impiantisti: se dovessero essere necessari altrove dovrò chiudere gli impianti». Il che significa, per i non addetti ai lavori, che quando gli impianti saranno rimessi in funzione dovranno passare prima un ulteriore test. Il fermo potrebbe comportare qualche problema, tipo ristagno di acqua nelle tubature e quindi la necessità di una verifica.

Altro tempo e altri soldi che si aggiungono a quelli degli stipendi delle “sentinelle” del grande nuovo avancorpo, e a quelli relativi ai consumi di acqua e gas. Oltre 600mila euro che per ora restano a carico del concessionario, ma che di sicuro finiranno nelle cosiddette “riserve” di contabilità una volta chiuso il cantiere. I rapporti tra la stazione appaltante Infrastrutture lombarde e direzione ospedaliera non sembrano essere mutati, nonostante gli incontri chiarificatori di luglio in Regione. Pare che una recente riunione finalizzata alla stesura di un cronoprogramma riparatore del tempo perso non si sia tenuta. Posizioni distanti tra i rispettivi tecnici.

Quindi? Per il momento sul campo arrivano alcuni rappresentanti delle due aziende che hanno vinto gli appalti per “riempire” il nuovo avancorpo di arredi e attrezzature. Giusto il tempo di vedere la situazione e prendere le misure. Il bando emesso ad aprile era suddiviso in tre lotti, per un valore complessivo di 1 milione e 165mila euro, iva esclusa. Il primo lotto (fornitura e installazione degli arredi e delle attrezzature per il completamento dell’avancorpo esistente e del nuovo avancorpo) e il terzo lotto (arredi per il cup e centro prelievi) è stati vinto a metà ottobre dall’azienda lissonese Missaglia spa. Forti i ribassi effettuati. Il primo lotto, stimato in 580mila euro, è stato aggiudicato per un valore di 390.207,80; l’altro, dell’importo stimato in 180mila euro è stato aggiudicato per 100.726.

Il secondo lotto, del valore stimato in 405.000 euro, è stato aggiudicato per 345.382,81 alla azienda Givas srl di Saonara (Padova).Se le consegne venissero terminate oggi ci vorrebbero altri 5 mesi prima che l’avancorpo nuovo entri in funzione. Il che significa marzo 2016.