«Non si può gestire la Villa reale di Monza guardando solo al passato»

I sistemi di controllo? Ci sono. E infatti sono stati adottati e hanno funzionato. Certo serve un tavolo tecnico. E ci sarà. Il sindaco Roberto Scanagatti torna a parlare di Villa reale di Monza. Con una certezza: non si può gestire guardando solo passato.
«Non si può gestire la Villa reale di Monza guardando solo al passato»

Cosa si può fare e cosa “non” si può fare in Villa reale lo dice prima di tutto la normativa di legge ovvero il Codice Urbani che regola l’uso dei beni culturali. Poi c’è un contratto ben preciso tra il concessionario, nella fattispecie Nuova Villa reale Monza spa e le società sub concessionarie da una parte, e il Consorzio Villa reale e parco dall’altra. Infine c’è la sovrintendenza che può intervenire su ogni iniziativa. Senza contare il sindaco di Monza, oggi Roberto Scanagatti, che è presidente del consorzio stesso.

D’accordo sindaco-presidente Scanagatti, ma il caso Halloween non ha dimostrato che nella “governance” della Villa forse ci sono troppi che comandano e/o che non sempre tutti sanno bene cosa vi si sta facendo.

Proprio il caso Halloween invece ha messo in evidenza come il sistema funziona: non appena avuta la segnalazione della serata che si voleva organizzare il Consorzio, che pure non ha titolo per intervenire nella attività del ristorante della Villa che l’aveva promossa, ha esercitato il suo diritto-dovere di tutela della reggia a fronte di un uso improprio dell’immagine del complesso, dell’annunciato utilizzo dei giardini, che peraltro sono esclusi dalla concessione, e dello stesso primo piano nobile. E così la festa di Halloween è stata spostata altrove, ma pur sempre all’interno del Parco. A riprova anche da questo punto di vista che di spazi per iniziative e manifestazioni di ogni genere ce ne sono a iosa.

Resta il fatto che dopo l’ondata di consensi seguita alla riapertura, sono iniziati i distinguo, le obiezioni, le contrarietà a proposito dell’uso degli spazi, dalle feste ai balli, dalle convention ai banchetti nuziali.

Io non farei come si dice di tutta l’erba un fascio, c’è iniziativa e c’è iniziativa. Non si possono mettere tutte sullo stesso piano. Che ci siano dinamiche in corso anche sul l’uso degli spazi è vero, ma siamo a poco più di un mese dall’apertura “ordinaria”, che peraltro ha visto l’afflusso di 8.700 visitatori paganti. C’è ancora un tavolo tecnico da avviare con tutti i soggetti coinvolti nella gestione, anche per mettere a punto il calendario delle iniziative e manifestazioni ed evitare sovrapposizioni o “fughe in avanti” come quella di Halloween.

Ma non è che manchi ancora una visione complessiva dell’attività che si dovrà e che si potrà svolgere nella Villa?

L’idea dell’unitarietà degli spazi della reggia, così come di quelli del parco, è quella a cui man mano stiamo cercando di arrivare, a partire dal logo con le sue declinazioni alla stessa comunicazione. È evidente che non è ancora tutto a posto e che il rapporto tra il Consorzio e tutti i soggetti che lavorano nella Villa deve e dovrà essere più stretto e diretto.

Che fine ha fatto ed è ancora previsto il comitato tecnico-scientifico?

Inutile nasconderci che la partecipazione a costo zero al comitato qualche difficoltà la crea rispetto alla presenza di esponenti di spicco. Peraltro il comitato è previsto a supporto dell’attività del direttore che può avvalersene o meno. Fondamentale è invece il supporto della sovrintendenza.

Oltre al fronte dell’opposizione tout court alla concessione e a quello del “sì, però” di parecchie associazioni e movimenti, c’è anche, soprattutto tra i giovani, chi vorrebbe un uso della Villa meno paludato, più disinvolto, moderno. Dura mettere d’accordo posizioni così diverse.

Sicuramente, ma se va tenuto presente che il valore della Villa non va assolutamente snaturato, allo stesso modo si deve capire che quel valore non è statico. Per cui niente fughe in avanti ma anche continuando a viaggiare guardando lo specchietto retrovisore poi si finisce per sbattere. Io devo governare una situazione che poteva essere negativa e che è diventata positiva. E i risultati non mancano, si vedono e si toccano.