«Noi il petrolio nel Lambro abbiamo cercato di fermarlo»

«La Lombarda Petroli ha cercato di fermare il disastro, non l’ha provocato»: così Vincenzo Castagnoli, direttore della ex raffineria di Villasanta, interrogato in tribunale, lunedì, a proposito di quanto accaduto nella notte del 22 febbraio 2010 quando 2.400 tonnellate di olii e combustibili finirono nel fiume.
Il direttore della Lombarda Petroli si difende
Il direttore della Lombarda Petroli si difende

«La Lombarda Petroli ha cercato di fermare il disastro, non l’ha provocato»: così Vincenzo Castagnoli, direttore della ex raffineria di Villasanta, interrogato in tribunale, lunedì, a proposito di quanto accaduto nella notte del 22 febbraio 2010 quando 2.400 tonnellate di olii e combustibili finirono nel fiume e arrivarono fino a Pavia. Castagnoli è imputato per disastro doloso insieme ai responsabili della Lombarda Petroli, i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, i quali saranno interrogati alla prossima udienza. Imputato per omesso controllo anche il custode del sito, irreperibile. “Ho dato indicazioni per bloccare lo sversamento – ha detto in aula, a Monza – dopo la telefonata di un operaio». Il direttore ha detto di aver tolto l’elettricità: «per scongiurare incendi e aggiunto acqua nei serbatoi per fare galleggiare gli idrocarburi e contenere gli sversamenti». Ha aggiunto di aver pensato alla rottura di un serbatoio: «poi mi è stato detto che i serbatoi erano stati aperti, quindi abbiamo iniziato a chiuderli». Ha quindi escluso una valvola malfunzionante: «Perchè ormai non usciva più niente» e invece confermato l’atto criminoso «compiuto da qualcuno che sapeva dove mettere le mani, che voleva la rovina della Lombarda Petroli e si è appoggiato ad un dipendente interno o ad un autista per sversare nel Lambro». A proposito del presunto movente (occultare il reale quantitativo di idrocarburi stoccati), Castagnoli ha detto che di annotare le quantità si occupavano: «il responsabile del piazzale e del contabile”.