Nella testa dei monzesi: Mino il parrucchiere va in pensione dopo quasi 50 anni

Ha aperto la bottega nel 1973 e si prepara a chiuderla: Domenico Moro, Mino il parrucchiere, è pronto per la pensione e per chiudere il salone. Con il suo “museo” di una professione antica.
Monza Domenico Moro
Monza Domenico Moro Fabrizio Radaelli

Delle teche li conservano gelosamente: sono gli attrezzi con cui una volta si faceva il mestiere. Le più classiche forbici di ferro e le macchinette con cui, sempre a mano, si tagliavano corti i capelli degli uomini.

Vecchi rasoi, perché al civico 9 di via Porta Lodi la rasatura della barba è sempre stato uno dei servizi offerti alla clientela, e poi lamette, arricciacapelli, qualche progenitore dei più moderni phon. Nelle prossime settimane saranno rinchiusi in uno scatolone, pronti per il trasloco e la pensione: Domenico Moro, “Mino Parrucchiere” per uomo e per bambino, si prepara a lasciare i locali in cui lavora dal 1973.

«Ho 71 anni – spiega – Sarei andato avanti ancora, perché lavorare ancora mi diverte e al mestiere sono affezionato: credo però sia giusto fare un passo indietro e lasciare spazio a qualcun altro». Pugliese, originaria di Ostuni, la sua famiglia si trasferisce al nord quando Domenico era ancora in fasce: «Avevo un anno e mezzo e all’epoca stavamo a Sant’Albino», spiega. Al mestiere si avvicina «quasi per caso» da giovanissimo: per la prima volta prende in mano le forbici a 14 anni e da allora non le lascia più. Fa pratica nel quartiere dove abita, poi in centro e infine a San Rocco. Quando apre il suo salone, nei primi anni Settanta, «era tutto diverso: la città, il modo in cui gli uomini si prendevano cura di loro stessi». Dall’album dei ricordi affiorano immagini di una Monza meno caotica.

«Quasi non c’era traffico. E si diceva che non si sapeva dove parcheggiare perché di spazio ce n’era fin troppo. Ora è il contrario: sono i parcheggi liberi a non trovarsi mai». Con gli anni molte cose sono cambiate anche nel mestiere: oltre all’attrezzatura, sempre più moderna, si è modificato anche il rapporto che gli uomini hanno con il loro aspetto. «Sono sempre più attenti, si curano di più. Una volta l’approccio era differente».

Per quasi 50 anni le poltrone del suo salone hanno ascoltato chiacchiere e confessioni – «ed è capitato più spesso che fossero gli estranei a rivelarsi di più» – e i clienti si sono presto affezionati alla professionalità e al buon carattere di Moro.

Tanto che, in molti casi, sono stati proprio loro a donargli quegli antichi attrezzi del mestiere che ora fanno mostra di sé nelle teche: «Ed è proprio a loro, ai miei clienti, che vorrei rivolgermi adesso: per ringraziarli dei tanti anni trascorsi insieme». Per l’ultimo taglio e un saluto c’è ancora tempo: la saracinesca si abbasserà, per essere sostituita da una differente attività, nel mese di aprile.n