’Ndrangheta, Cassazione conferma le condanne del processo “Infinito”

Confermate dalla Cassazione quasi tutte le condanne ai 92 imputati del processo “Infinito”. Si tratta della più importante indagine contro la ’ndrangheta condotta dalla Procura di Milano a carico delle ’ndrine in Lombardia.
Il summit di ’ndrangheta al centro “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano
Il summit di ’ndrangheta al centro “Falcone e Borsellino” di Paderno Dugnano

Confermate dalla Cassazione quasi tutte le condanne ai 92 imputati del processo “Infinito”. Si tratta della più importante indagine contro la ’ndrangheta condotta dalla Procura di Milano a carico delle ’ndrine in Lombardia. Solo per Rocco Coluccio, un biologo, dovrà essere rifatto il processo. Per gli altri imputati solo piccoli ritocchi di pena e di qualche imputazione. Confermato dunque il verdetto emesso della Corte d’Appello di Milano.

“Una sentenza storica nella lotta alle mafie in Italia, di cui dobbiamo essere orgogliosi”. Lo riferisce in un comunicato la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, commentando la sentenza della Corte di cassazione sulla presenza della ’ndrangheta in Lombardia. “La Cassazione – continua la nota – ha confermato l’impianto dei processi che a Milano hanno messo a nudo il carattere unitario della ’Ndrangheta e rivelato la presenza in Lombardia di una rete di ndrine collegate con la Calabria”.

Bindi spiega che “l’operazione congiunta Infinito/Crimine tra la Dda di Milano, coordinata dal procuratore Ilda Boccassini e seguita dai sostituti Dolci e Storari, e quella di Reggio Calabria, diretta all’epoca da Giuseppe Pignatone, portò all’esecuzione di oltre 300 ordinanze di custodia cautelare e a numerosissimi sequestri di aziende, beni immobili e somme di denaro”.

“Un risultato davvero importante – commenta – merito della straordinaria capacità investigativa dei magistrati e delle forze dell’ordine che tra Milano e Reggio Calabria hanno lavorato in un eccellente coordinamento”. E conclude: “La serietà e la professionalità degli uffici giudiziari milanesi ha permesso in soli 4 anni di arrivare ad una sentenza paragonabile a quella che nel ’92 sancì l’esistenza di Cosa Nostra”.

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