Nata nel 1776, dopo i fasti imperiali è in degrado

Costruita nel 1776 dall’architetto Giulio Galliori per il cardinale Angelo Maria Durini, Villa Mirabellino è stata, nella seconda metà del 1700, luogo di cultura e di incontri mondani proprio come la “gemella” Villa Mirabello, residenza del cardinal Durini.

Passata in eredità alla famiglia Trivulzio, fu abitata da personaggi delle famiglie imperiali francesi e austriache. Nel 1805 venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, vicerè d’Italia e principe di Venezia: la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera e la ribattezzò “Villa Amalia”.

La villa (1355 metri quadri di superficie) subì le prime modifiche durante la Restaurazione e venne trasformata nell’attuale aspetto esterno dall’intervento dell’architetto Giacomo Tazzini, che cancellò le linee barocchette della facciata, adattandola al gusto dell’epoca. Al Tazzini si deve il porticato a colonne (provenienti dalla canonica del Duomo di Milano) che caratterizza la facciata del corpo centrale.

Nel 1919 passò dalla Corona al Regio Demanio e nel 1920 villa Mirabellino venne consegnata all’Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra, come sede dell’Istituto Principessa Maria di Savoia. Nel 1942 fu data in concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza. L’amministrazione milanese vi insediò, alcuni anni dopo, una colonia elioterapica, stravolgendone gli spazi interni.

Oggi la villa è in stato di totale abbandono,e le uniche sale che presentano volte e affreschi sono quelle del piano terra. n R.red.