Movida di proteste, la Prefettura: «Il presidio c’è, ma serve anche educare»

Movida di proteste e segnalazioni da ogni parte della Brianza per intemperanze, schiamazzi e serate alcoliche. Cosa fanno le forze dell’ordine.
MONZA controlli nelle zone di ritrovo serale
MONZA controlli nelle zone di ritrovo serale Fabrizio Radaelli

Da Vimercate a Seregno, passando per Monza, Lissone, Desio, Nova Milanese e Cesano Maderno. La “mala movida” è il refrain dell’estate 2021, quella che tutti definiscono del ritorno alla “normalità” dopo l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi.

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A Vimercate 130 cittadini hanno scritto una lettera indirizzata alla Prefettura lamentando problemi di ordine pubblico e anche il parlamentare della Lega Massimiliano Capitanio ha chiesto interventi. A Seregno, sabato scorso, è stato acceso un fumogeno in pieno centro. Il sindaco Alberto Rossi specifica che sia stata una serata: «Senza chiamate al 112».
A Nova Milanese i controlli del week-end hanno portato all’identificazione di una cinquantina di ragazzi e al sequestro di decine di bottiglie di alcolici. A Lissone è partito il terzo turno della Polizia locale, per due sere a settimana in servizio fino a mezzanotte, proprio per vigilare sull’ordine pubblico. A Monza chiesti più controlli in zona tribunale. teatro di schiamazzi e abuso di alcol.

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Ragazzi un po’ sopra le righe o un’estate “normale”, che ci si era dimenticati, persi nella tragedia Covid e nelle restrizioni del lockdown? È la domanda in cerca di risposte in queste settimane di “zona bianca” con il termine del coprifuoco e le serate e nottate estive da vivere come nel 2019. E ancora: contrasto panacea di tutti i mali? Probabilmente no.

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Le istituzioni stanno facendo la loro parte anche con ordinanze ad hoc (come quella che vieta il consumo di alcol per strada), talvolta rese tuttavia poco efficaci a causa dell’impossibilità di verifiche sul campo da parte delle polizie locali, non in servizio in orari serali e notturni, quelli più interessati.

«Nell’ambito delle attività di controllo del territorio e di vigilanza sul rispetto delle misure di contenimento e contrasto del contagio da Covid-19 – dicono dalla Prefettura – è rivolta una particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto delle condotte riconducibili al fenomeno della ‘movida’, in particolare nell’ambito dei centri cittadini che si caratterizzano per una proposta ricreativa capace di attrarre numeri rilevanti di utenti».

Una attività di presidio e controllo delle zone più interessate dal fenomeno, curati dalle forze di polizia territoriali con l’ausilio delle polizie locali che, precisano ancora dagli uffici periferici dello Stato, «sono stati progressivamente adattati alla graduale ripresa delle attività degli esercizi di ristorazione».
E ancora, nel corso degli ultime settimane: «è stata portata avanti una interlocuzione costante con le amministrazioni locali che hanno registrato sul proprio territorio gli episodi di maggior rilievo, con l’obiettivo di condividere eventuali ulteriori misure urgenti rivolte alla tutela del decoro urbano».

Ma, evidentemente, la soluzione non è solo questa: «Vi è la consapevolezza che il fenomeno non possa essere affrontato in una chiave esclusivamente ‘securitaria’», non bisogna dimenticare la sua «dimensione sociale», ricordano in Prefettura: «che rende opportuno sostenere l’attività di controllo e presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine con iniziative di carattere educativo volte a sensibilizzare i giovani al mantenimento di comportamenti responsabili, con la collaborazione delle altre istituzioni pubbliche e private e il contributo fondamentale delle famiglie» concludono.