Morti sul lavoro in aumento nei primi sei mesi del 2019, Cisl: «Istituzioni inattive»

La Brianza ha già pagato il suo prezzo di morti sul lavoro anche a luglio, con l’incidente fatale di Varedo, ma i dati raccontano di un giugno nero in Lombardia e di infortuni mortali in crescita. «Sconfortante dover registrare la persistente inattività delle istituzioni», commenta Rancati, segretario Cisl Lombardia.
Sicurezza sul lavoro
Sicurezza sul lavoro

La Brianza ha già pagato il suo prezzo di morti sul lavoro anche a luglio, con l’incidente fatale di Varedo, ma i dati raccontano di un giugno nero in Lombardia e di infortuni mortali in crescita: sono stati 11 i casi denunciati all’Inail, con un aumento del 175% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (quando erano stati 4 casi). Brianza purtroppo presente con l’infortunio in un’azienda di Nova Milanese costato la vita a un uomo di 35 anni di Desio. Sono sette in provincia dall’inizio dell’anno.


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Infortuni mortali in crescita in Lombardia anche guardando al dato complessivo dei primi 6 mesi del 2019: +4,3% (da 69 a 72 casi). Emerge da un’analisi degli ultimi dati Inail condotta dal dipartimento Salute e sicurezza della Cisl Lombardia.

Guardando ai territori, nel semestre si registra un aumento nelle province di Brescia, Como, Lecco, Monza, Pavia e Sondrio. Una lieve diminuzione di infortuni a Bergamo, Cremona, Lodi, Mantova, Milano e Varese

“I dati semestrali purtroppo confermano quanto sosteniamo da mesi: la situazione resta molto preoccupante ed è sconfortante dover registrare la persistente inattività delle istituzioni – afferma Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia – L’aumento degli infortuni mortali è inaccettabile e fa passare in secondo piano il timidissimo -0,6% degli infortuni totali, che passano da 62.166 del primo semestre 2018 a 61.780 del 2019. Una diminuzione talmente irrilevante che certo non può essere ritenuta un segnale di inversione di tendenza”.

In aumento del 3,4% le denunce di malattie professionali: sono state 2.266 nei primi sei mesi del 2019, contro le 2191 del 2018.

“Il tema dell’aumento delle malattie professionali è troppo sottovalutato – sottolinea Rancati – Rappresenterà in futuro un problema molto serio, a fronte dei nuovi lavori e dell’invecchiamento della popolazione lavorativa, per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile”.