Monza, un presidio per dire che largo Mazzini non è per le bici. Ma il Comune non ci sta

La sistemazione di largo Mazzini a Monza non è a misura di ciclista, secondo le associazioni ciclo ambientaliste di Monza che protestano annunciando un presidio in collaborazione con Cambia Pedale. Ma l’assessore non è proprio d’accordo.
Monza, un presidio per dire che largo Mazzini non è per le bici. Ma il Comune non ci sta

La sistemazione di largo Mazzini non è a misura di ciclista, secondo le associazioni ciclo ambientaliste di Monza che protestano annunciando un presidio (sabato 7 marzo alle 11 in Largo Mazzini) in collaborazione con l’associazione Cambia Pedale. Per l’assessore alla Mobilità Paolo Confalonieri invece è già stato fatto molto per i ciclisti e i pedoni nella sistemazione dell’incrocio.

«I cittadini che inforcano la bicicletta a Monza e vogliono attraversare largo Mazzini, saranno ancora costretti a farlo rischiando l’incidente, vediamo ora, infatti, che largo Mazzini dovrà essere attraversato accompagnando a mano la bicicletta provenendo da Via Caduti del Lavoro» dichiarano da Monza in Bici.
La nuova viabilità dell’attraversamento prevede che i ciclisti scendano dalla bici e attraversino la strada mezzo alla mano. Sono molte le modifiche richieste dalla associazione ciclo ambientalista: «Almeno in un attraversamento pedonale si disegnino i “quadrotti” per dare la precedenza alle biciclette e non dover scendere dalla bici per attraversare la piazza e si prolunghi la corsia ciclabile di via Turati fino a raggiungere corso Milano, unendo anche la corsia che arriva da Azzone Visconti».

L’assessore non è d’accordo: «Riceviamo in continuazione complimenti per la sistemazione di largo Mazzini sia da chi lo usa in macchina sia da parte della cosiddetta “utenza debole”. Settimana scorsa abbiamo inaugurato la pista che va alla stazione risolvendo un conflitto che c’era da 20 anni e dove si è potuto abbiamo tutelato le bici e soprattutto i pedoni». Sulle richieste di Monza in Bici l’assessore commenta: «Non crediamo che sia così penalizzante fare 10 metri a piedi con la bici». Confalonieri usa quotidianamente le due ruote per gli spostamenti urbani: «Mi si dice che era meglio la rotonda che è l’elemento più pericoloso per i ciclisti dato che gli incidenti mortali sono avvenuti proprio nei pressi di rotonde».