Monza, tutti fuori con la mascherina. Ma le mascherine nelle farmacie sono esaurite

Ne hanno vendute 10mila al giorno, le scorte c’erano, non ci sono più: proprio quando si può uscire. Crisi delle mascherine a Monza, anche per Farmacom, che denuncia l'assenza sul mercato anche di guanti monouso.
Il centro di Monza dopo la fine del lockdown
Il centro di Monza dopo la fine del lockdown Fabrizio Radaelli

Con le scorte rimaste si arriverà probabilmente alla fine del weekend. Difficile fare previsioni su quello che potrà succedere a partire da settimana prossima, se ancora non dovessero essere consegnate le forniture promesse ormai diverse settimane fa dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.

Lo riferisce Vito Potenza, presidente di Farma.Co.M. spa, la società al 95% del Comune di Monza e per il 5% in capo ai farmacisti titolari. «Nelle ultime settimane ne abbiamo vendute circa 10mila al giorno – spiega – vale a dire mille per ognuna delle dieci farmacie presenti in città. Rispetto ad altre realtà, siamo sempre rimasti un’isola felice: grazie anche alle scorte che abbiamo messo da parte, siamo riusciti a far fronte alla richiesta, sempre consistente, di questi dispositivi». Ma le “vecchie” scorte sono state acquistate a un costo più alto rispetto al prezzo di vendita imposto dal governo a partire dal 4 maggio, e pari a 50 centesimi più Iva, per un totale di 61 centesimi: una disposizione che, di fatto, per Farma.Co.M. si è tradotta in una «perdita secca di circa 70mila euro» – per cui, però, in seguito a un accordo siglato all’inizio di maggio tra il commissario di governo e le associazioni di categoria, è atteso un «ristoro in denaro entro 60 giorni».

Da qualche giorno, per cercare di conservare i rifornimenti il più a lungo possibile, le dieci farmacie di Farma.Co.M hanno iniziato a vendere a ogni cliente un numero di mascherine contingentato: al massimo due pacchi da dieci, per un totale di venti. «Ma le richieste sono sempre tante – ha proseguito Potenza – Le mascherine di Arcuri non arrivano e i distributori intermedi non riescono a trovarle ai prezzi indicati. O non le trovano proprio». In questo «caos» c’è il rischio anche di imbattersi in forniture non a norma, realizzate con materiali scadenti: «Mentre aspettiamo i dpi del governo, le chiamate, quotidiane, da parte di furbi e di truffatori non mancano», sottolinea Potenza. Ma non sono le mascherine gli unici dispositivi di protezione ormai introvabili: «Anche i guanti in lattice sono rarissimi e continuano ad arrivare richieste per l’acquisto di termoscanner. E con le riaperture previste dalla Fase 2 la richiesta di dpi non potrà che continuare ad aumentare. Quanto ai gel disinfettanti, spariti all’inizio della pandemia, ora riescono a trovarsi senza difficoltà. Al momento (martedì pomeriggio, ndr) stiamo ancora aspettando le mascherine che il governo aveva promesso “a pioggia”, ma all’orizzonte – conclude – non vediamo arrivare ancora nulla».