Monza, tour nelle aree dismesse: case, servizi e una vasca ipogea in via Timavo

A Monza si prepara a cambiare volto anche l’area dismessa di diecimila metri quadri compresa tra le vie Timavo e Ghilini, alle spalle del teatro Binario 7: case, servizi e una soluzione in linea con le nuove normative regionali sull’invarianza idrica.
Rendering del progetto di via Ghilini
Rendering del progetto di via Ghilini

A Monza si prepara a cambiare volto anche l’area dismessa di diecimila metri quadri compresa tra le vie Timavo e Ghilini, alle spalle del teatro Binario 7: lo farà con un occhio di riguardo alle nuove normative regionali sull’invarianza idrica che entreranno in vigore dal prossimo 25 maggio.

«I quattromila metri quadri di verde che, secondo i progetti, dovrebbero essere oggetto di cessione al pubblico – ha spiegato Martina Sassoli, assessore comunale allo Sviluppo del territorio, all’Urbanistica e all’Edilizia privata – abbiamo proposto di realizzare, in maniera innovativa e sperimentale, uno spazio ipogeo che possa funzionare come una vasca di laminazione naturale per eventuali esondazioni del Lambro. Il rischio idrico esiste non solo per questo lotto, ma per l’intera area».


La vasca deve essere immagina come una conca verde: un vero e proprio prato, ribassato, che si trasforma in “vasca” solo in caso di necessità. Il nuovo piano attuativo dovrebbe essere approvato entro la fine del 2018 e prevede la completa trasformazione urbanistica di un’area a ridosso non solo del Lambro ma anche del canale Villoresi: di proprietà di due privati, Giuseppe Perego e Matteo Denti, ha ospitato per tanti anni uno dei depositi comunali di pullman e autobus, gestito dalla società Malfer, e prima ancora, un deposito di carta e di legname.

Le prime costruzioni risalgono agli anni Trenta del Novecento. L’area, dismessa da una quasi dieci di anni, è stata a più riprese abusivamente occupata da senza fissa dimora che hanno approfittato dei suoi spazi chiusi e riparati. Il piano attuativo, elaborato dagli architetti Michela Locati e Raffaella Pozzi, prevede una destinazione residenziale per l’80% dell’area e per il rimanente 20% una “mixitè” per la quale l’estate scorsa l’amministrazione comunale ha ricevuto una proposta di massima che puntava alla realizzazione di servizi socioassistenziali, come un asilo nido, nell’ottica del futuro sviluppo residenziale dell’area. Secondo le intenzioni, non mancheranno aree verdi, vista la vicinanza dell’area al corso del Lambro e un collegamento ciclopedonale con la pista già esistente lungo il canale Villoresi.

Saranno poi recuperati i resti di archeologia industriale ancora presenti nell’area: il muro di cinta, un piccolo edificio eclettico e la vecchia portineria. «Il piano attuativo – hanno spiegato gli architetti Locati e Pozzi – è stato redatto ascoltando i bisogni e le esigenze del quartiere» ed è stato presentato alla giunta Scanagatti nel 2014.

«Ci troviamo in un’area – ha aggiunto Sassoli – poco distante dal centro storico, ma che per lungo tempo è stata ignorata. Dobbiamo immaginare il suo sviluppo contestualmente anche agli altri interventi previsti in questa zona: l’ex macello che si trasformerà in un polo scolastico innovativo e il piano attuativo di via Piave e di via Mentana».