Monza: tornati in servizio i carabinieri indagati per un presunto arresto violento

Torna in servizio anche l’altro carabiniere coinvolto nell’inchiesta della Procura di Monza per presunti reati di falso, lesioni, e calunnia, in relazione all’arresto di un immigrato tunisino.
Un'auto dei carabinieri
Un’auto dei carabinieri

Torna in servizio anche l’altro carabiniere coinvolto nell’inchiesta della Procura di Monza per presunti reati di falso, lesioni, e calunnia, in relazione all’arresto di un immigrato tunisino avvenuto alla ex Fossati Lamperti, il 20 ottobre 2017.
La novità arriva dopo che il tribunale del Riesame di Milano aveva annullato l’ordinanza del gip di piazza Garibaldi che stabiliva l’interdizione dei pubblici uffici per due carabinieri in servizio alla compagnia dell’Arma di Monza, dando la possibilità ai due di indossare ancora la divisa.


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Vicenda controversa, quella dell’arresto ai danni di un immigrato irregolare tunisino, uno dei tanti tossicodipendenti che gravitano attorno alla zona della stazione. All’epoca dei fatti, il nordafricano era ricercato per una doppia ipotesi di rapina di un telefonino e di una bicicletta utilizzata per sfuggire alla pattuglia che lo inseguiva. Lo avevano trovato nel suo alloggio di fortuna alla ex ‘Fossati Lamperti’. In quella occasione era stato accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale. Reato dal quale era stato poi assolto, mentre le rapine erano state riqualificate nel reato di furto con strappo.

Il nordafricano aveva detto di essere stato preso a manganellate e poi pestato in caserma. Il fatto che presentasse evidenti segni (ecchimosi sulla schiena e un evidente taglio sulla fronte), era stato evidenziato sia dai medici del carcere che dal gip. Ma i giudici milanesi non ritengono sufficientemente provate le accuse.