Monza San Fruttuoso, nuovi negozi nel quartiere che è uscito dal tunnel

Il commercio a San Fruttuoso non è morto. Per oltre 5 anni “diviso” dal resto di Monza per il maxicantiere del tunnel sotto viale Lombardia sulla statale 36, registra l’apertura di nuove attività: una lavanderia, un fiorista, a breve un’altra panetteria e una macelleria.
La conferenza stampa dei commercianti di San Fruttuoso.
La conferenza stampa dei commercianti di San Fruttuoso.

Il commercio a San Fruttuoso non è morto. Anzi. Il quartiere, per oltre 5 anni “diviso” dal resto di Monza per il maxicantiere del tunnel lungo 1.805 metri sotto viale Lombardia sulla statale 36 e inaugurato il 3 aprile del 2013, registra l’apertura di nuove attività: una lavanderia, un fiorista, a breve un’altra panetteria e una macelleria. Sembra lontano quel fine febbraio quando Carlo De Gennaro, un commerciante di viale Lombardia, si diede fuoco per protestare contro la costruzione di barriere anti-rumore davanti al suo ristorante. Ora i segnali di ripresa, illustrati sabato direttamente “sul campo”, alla nuova rotonda dove si stanno piantando 680 alberi.

Tra tre mesi dovrebbero concludersi i cantieri per la riqualificazione del sopratunnel (progetto del famoso architetto paesaggista Andreas Kipar) che ha provocato numerose polemiche. Per Isabella Tavazzi, portavoce del Comitato San Fruttuoso 2000, i lavori «stanno procedendo speditamente, nonostante i mesi di pioggia che abbiamo avuto, i nostri consulenti agronomi ci dicono che gli alberi che stanno piantando sono di buona qualità e pezzatura. Siamo soddisfatti per la scelta del Comune e di Anas di coinvolgere in questa fase di realizzazione il paesaggista Kipar, i suoi collaboratori sono presenti quotidianamente sul cantiere. Ci auguriamo che si possa rimediare ad alcuni aspetti negativi che abbiamo sottolineato, come l’eccesso di marciapiedi a scapito del verde».

Tavazzi invita ad «entrare dentro il quartiere di San Fruttuoso, che è antico e tutto da scoprire. Per cinque anni è rimasto praticamente isolato durante i lavori, ma soprattutto da trent’anni era totalmente tagliato fuori a causa di quel fiume di auto rumorose e puzzolenti che ci divideva dal resto di Monza. Oggi qui con noi ci sono oggi diversi commercianti, veri eroi del quartiere, perché non hanno mai pensato di chiudere o di andarsene, hanno resistito e tutti i cittadini si augurano che il futuro possa ripagarli di questa tenacia. Ora inizia una fase nuova: dobbiamo trasformare questa grande riqualificazione in una opportunità e in una prospettiva positiva per tutti».

Ada Rosafio, agente immobiliare, rappresenta i commercianti del quartiere: «A San Fruttuoso si vedono negozi chiusi, ma perché i loro proprietari in questo periodo non desiderano affittare. Ma ci sono molte richieste di spazi per il commercio. Le chiusure che ci sono state sono avvenute in coincidenza con un cambio generazionale e per colpa della crisi generale, non è vero che è colpa esclusiva del cantiere per il tunnel. Certamente adesso abbiamo bisogno di maggiore visibilità. Vorremmo mettere segnali e cartelloni per farci conoscere. E sono un problema i parcheggi, ma non sul viale, piuttosto dentro il quartiere storico che ha vie strette. Per questo problema abbiamo identificato possibili soluzioni insieme al Comitato San Fruttuoso 2000, presto avanzeremo in Comune richieste e proposte».

Anche altri commercianti del rione sono fiduciosi. «Prima del cantiere- spiega Andrea Pessina, panettiere della storica famiglia di fornai- avevo anche una clientela di passaggio che, nei primi tempi dei lavori, è scomparsa. Ho resistito e ne è arrivata di nuova e diversa. Adesso che i lavori sono finiti sono soddisfatto, abbiamo una riqualificazione di alto livello e ci aspettiamo che le cose vadano molto meglio rispetto al passato».

Fabio Riva, parrucchiere: «Avevo clienti anche di Triante e San Giuseppe, i più li ho mantenuti durante i lavori, nonostante la difficoltà ad arrivare. Il nuovo viale Lombardia con il verde abbondante dà lustro al quartiere, sono molto fiducioso per il futuro». Chiude l’edicolante Giuliana Biagioni: «Sono rimasta barricata nell’edicola per cinque anni, ho mangiato tanta polvere, ma non ho mai mollato. Oggi sono entusiasta, e anzi amplierò la mia attività. Sto per cambiare l’edicola con una nuova e più moderna, e i fondi stanziati dal Comune per aiutare i commercianti mi saranno utili».