Monza-rifugio Brentei in un giorno in ricordo dei nonni Fossati Bellani

I nonni Fossati Bellani hanno donato al Cai di Monza decenni fa il Brentei, sulla Dolomiti: in loro ricordo i nipoti in un giorno hanno coperto la distanza tra Brianza e rifugio in bici e a piedi.
Da sinistra, Simone Centemero e il cugino Carlo Piana al rifugio Maria e Alberto al Brentei
Da sinistra, Simone Centemero e il cugino Carlo Piana al rifugio Maria e Alberto al Brentei

Stanno già facendo un pensierino alla prossima Monza-Brentei One Day. Con la speranza che nel 2022 il gruppo di partecipanti si allarghi, finendo con il coinvolgere chi quest’anno ha solo garantito appoggio morale e logistico.

Simone Centemero, 50enne avvocato monzese, e il cugino Carlo Piana, 41enne dentista milanese, la loro parte l’hanno intanto fatta. Perché entrambi sono arrivati al Rifugio Maria e Alberto, nel cuore delle Dolomiti di Brenta, coprendo l’intero percorso dapprima in bicicletta e poi a piedi sul sentiero che parte dalla località Vallesinella. Una bella impresa ideata e compiuta nel ricordo del nonno, Gian Vittorio Fossati Bellani. Quest’ultimo, già presidente delle Funivie Madonna di Campiglio e imprenditore tessile, era un grande appassionato di montagna. Negli anni Cinquanta decise di acquistare il piccolo rifugio Brentei. La struttura, poi ampliata, divenne un vero e proprio rifugio alpino che l’imprenditore monzese decise di intitolare ai genitori Maria ed Alberto. Successivamente lo donò alla sezione del Club Alpino Italiano di cui faceva parte, il Cai Monza.

Monza-rifugio Brentei in un giorno in ricordo dei nonni Fossati Bellani
Da sinistra, Simone Centemero e il cugino Carlo Piana al rifugio Maria e Alberto al Brentei

Il rifugio fu gestito in prima persona dal 1949 al 2000 dall’alpinista Bruno Detassis, e in seguito, fino al 2008, dal figlio Claudio. Il rifugio, sempre di proprietà del Cai cittadino, è attualmente sottoposto a una radicale ristrutturazione. «Mio nonno Gian Vittorio – precisa Simone Centemero – era amico e compagno di cordata di Bruno Detassis. Per noi il Rifugio Brentei è un luogo del cuore. Perciò io e i cugini abbiamo deciso di fare qualcosa per ricordare i nonni». Detto e fatto. Anche perché Centemero non è uno che si spaventa di fronte a percorsi impegnativi e salite massacranti. Il legale monzese, anzi, ha una certa confidenza con queste sfide: è infatti il responsabile delle sezione triathlon del Monza Marathon Team. Si è già lasciato complessivamente alle spalle 77 maratone e ha portato a termine 26 prove riservate agli Iron Man, cioè a quegli atleti che affrontano i 42 chilometri della maratona, 180 chilometri in bicicletta e una gara di nuoto.

Nei giorni scorsi Centemero ha così imbarcato nell’operazione Carlo e altri otto cugini. Questi, però, si sono limitati a seguire in macchina i due pedalatori lungo il tragitto che li ha portati da Monza al Trentino. Simone e Carlo, decisamente più operativi, hanno appunto pedalato attraverso le province di Monza, Bergamo, Brescia e Trento. I due, dopo aver macinato 220 chilometri in bici, hanno affidato le due ruote alla squadra di supporto e si sono inerpicati lungo il sentiero che conduce al rifugio. Una volta raggiunta la meta, sistemata a 2182 metri di altezza, hanno fatto una sosta per le doverose foto di rito e hanno portato una medaglia, coniata per l’occasione, alla chiesetta vicino al rifugio.

«Qui – precisa Simone – c’è una stele che ricorda i nostri nonni. Noi a queste zone siamo molto legati. Io e Carlo, arrivati al rifugio, ci siamo pure commossi».