Monza, ricordando Gianni Citterio Settant’anni fa la morte a Megolo

Era il 13 febbraio del 1944, a Megolo, dove stava combattendo da partigiano contro i nazisti: così è morto il monzese Gianni Citterio, che il 9 settembre del ’43 aveva esortato i cittadini a combattere gli occupanti dal balcone del Comune. Suo padre sarebbe stato il primo sindaco repubblicano. Una piazza, oggi, porta il suo nome.
Gianni Citterio
Gianni Citterio

La medaglia d’oro al valore militare che l’Italia gli ha dato alla memoria parla la lingua delle istituzioni statali e degli alti economi: «Attivissimo organizzatore della resistenza partigiana, prese parte a tutte le più rischiose imprese della sua formazione, accoppiando intrepido coraggio alle supreme idealità».

Prima di quelle parole c’è stato un uomo, Gianni Citterio. Un monzese. Morto da partigiano esattamente settant’anni fa: il 13 febbraio del 1944. Luogo: Megolo, nell’Ossola, contro i tedeschi occupanti. Suo padre sarebbe stato non molti mesi dopo il primo sindaco di Monza liberata, arrivata la Repubblica. «Mentre con un pugno di audaci rientrava da un’ardita impresa compiuta, venne attaccato da forze nemiche venti volte superiori, e senza esitare accettò la disperata battaglia – proseguono le motivazioni con cui lo Stato gli ha poi assegnato la medaglia d’oro -. Benché ferito ripetutamente, mentre attorno a lui cadevano tutti i suoi compagni, sostenne l’impari lotta, finché colpito da una raffica di mitraglia esalava lo spirito invincibile».

Citterio aveva allora trentasei anni. Il 9 settembre del 1943, dopo l’armistizio, era salito sul balcone del Comune e aveva chiesto ai cittadini di Monza di partecipare alla Resistenza contro i nazisti. Era nato nel 1908 e si era laureato in legge. La passione politica l’aveva ereditata dal padre, militante socialista. Lui aveva scelto il Pci. «Fu tra gli organizzatori degli scioperi milanesi del marzo 1943 – ricordail sito dell’Anpi -Si diede quindi all’organizzazione, a Milano e in Lombardia, dei primi Gruppi d’Azione Patriottica e delle prime bande partigiane. In rappresentanza del Partito comunista, il giovane avvocato entrò nel primo Comitato militare del Clnai e, come ispettore del Comando generale delle Brigate Garibaldi, fece la spola tra Milano e la Val d’Ossola, finché il Comando stesso reputò opportuno che Citterio si fermasse nell’Ossolano, per accelerare l’organizzazione di quel movimento partigiano».

Poi era entrato nella squadra dell’architetto Filippo Beltrami e con lui si era trovato di fronte ai tedeschi a Megolo. Morirono in tanti settant’anni fa. Gianni Citterio con loro.