Monza, quel “buco” tra i palazzi: il cantiere di piazza Trento è un vero scavo archeologico

Passandoci di fianco si nota poco: le ruspe erano entrate in azione ai primi di gennaio e oggi in centro c’è ancora un buco tra i palazzi. A osservarlo dall’alto invece quello che salta subito all’occhio è il fermento: quel “buco” è uno scavo archeologico. La nuova palazzina non sarà ultimata prima di un paio d’anni.
Monza Cantiere piazza Trento
Monza Cantiere piazza Trento Fabrizio Radaelli

Passandoci di fianco si nota poco: le ruspe erano entrate in azione ai primi di gennaio e in poco tempo avevano abbattuto la facciata dell’ex calzaturificio delle sorelle Redaelli. E oggi in centro c’è ancora un buco tra i palazzi.
A osservarlo dall’alto invece quello che salta subito all’occhio è il fermento. I lavori di scavo nel cantiere di piazza Trento e Trieste a Monza sono iniziati da un paio di settimane: il perimetro è stato cintato e con i camion sono arrivate anche le ruspe. Impossibile avvicinarsi.


LEGGI Cantiere fermo in piazza Trento a Monza? «No, indagini archeologiche al via»


LEGGI Monza, il centro cambia volto: demolito uno stabile in piazza Trento

«Le operazioni di scavo strutturale nel sottosuolo stanno procedendo con l’assistenza archeologica, come da prassi e come da prescrizione del ministero dei Beni e delle Attività culturali», spiega il direttore e responsabile dei lavori, l’architetto monzese Fabio Sironi. Si procede analizzando, di volta in volta, strati di venti, massimo trenta centimetri di terreno. Il perché è presto detto: la possibilità che possano riemergere reperti archeologici è molto alta.

«Al momento non abbiamo ancora trovato nulla – ha precisato subito Sironi – ma ci aspettiamo di imbatterci in qualche resto. Potremmo far tornare alla luce qualche reperto di età medievale – ha proseguito – Secondo quanto abbiamo appreso dalle analisi e dalle rilevazioni effettuate nel corso dell’estate, necessarie e preventive alle operazioni scavo, non dovremmo però ritrovare elementi di particolare importanza».

Il condizionale, però, è d’obbligo, e le possibilità, comunque, ci sono tutte. La storia di Monza, del resto, si snoda all’indietro nei secoli. Non mancano certo i reperti di età romana, quando la città si chiamava Modicia, né mancano quelli di età più tarda, quando l’agglomerato aveva ormai preso il nome di Modoetia.

«Il programma lavori – ha anticipato l’architetto – prevede il perdurare delle lavorazioni nella parte interrata per almeno nove mesi: in tutto quell’arco di tempo i curiosi e i passanti non potranno intravedere nulla di edificato». Insomma: chi non si è ancora abituato allo “squarcio” giallo che da largo IV Novembre e piazza Trento consente di avere una visuale “privilegiata” sul tratto iniziale di via Italia, ha ancora un anno di tempo per farlo. Intanto, però, a curiosare dall’alto, sporgendo la testa dalle finestre dei palazzi circostanti, qualcosa si individua. Resti di vecchie fondamenta sulla destra, scavi più profondi sulla sinistra e, sempre a sinistra, un’area parzialmente coperta da un telo impermeabile.

Alcune zone, poi, sono delimitate da un nastro segnaletico rosse e bianco.

La nuova palazzina non sarà ultimata prima di un paio d’anni: l’immobile verrà ricostruito secondo i volumi e le dimensioni del precedente edificio, da tempo dismesso, ma che in passato ospitava da un lato uno storico negozio di scarpe e dall’altro l’ex teleria Meregalli. Si svilupperà su tre piani, su una superficie di circa mille metri quadri: secondo alcune indiscrezioni dovrebbe ospitare lo store di una nota marca d’abbigliamento straniera: una volta terminati i lavori, la proprietà avrà tre mesi di tempo per avviare le attività.