Monza prima grande città “Dementia friendly” per i malati di Alzheimer

Il Comune condivide la proposta de La Meridiana con la delibera di adesione al protocollo per una città in grado di saper affrontare nella quotidianità i problemi legati all’Alzheimer e ad altre devastanti malattie di declino della memoria o di abilità del pensare. Previsti corsi per la polizia locale, per i negozianti e per il personale degli uffici aperti al pubblico.
Dignità e sorrisi per garantire a chi è affetto da demenza un’attenzione nella quotidianità
Dignità e sorrisi per garantire a chi è affetto da demenza un’attenzione nella quotidianità

Tutto scivola via, tutto sfugge. L’Alzheimer e altre devastanti malattie di declino della memoria o di abilità del pensare, trascinano con loro ogni cosa. Ogni cosa tranne la dignità e il sorriso. Spetta anche alla comunità dove le persone che ne sono affette vivono fare in modo che quella dignità e quel sorriso non vengano mai meno. Per il malato, ma anche per la sua famiglia. Monza ci proverà. E sarà la prima grande città italiana “Dementia friendly community”. Un progetto senza dubbio ambizioso, ma che ha tutti i presupposti per poter funzionare, e bene, a partire dall’impegno a 360 gradi che la cooperativa La Meridiana mette da decenni per offrire servizi , professionisti e anche volontari formati in questa direzione. Il primo passo sulla carta sarà una delibera dei prossimi giorni, che il sindaco Dario Allevi ha promesso in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, rispondendo proprio a una richiesta de La Meridiana. «Vogliamo essere la prima grande città a farlo». Il modello è quello di Abbiategrasso, dove il protocollo è già stato applicato. Nel concreto il percorso attuerà corsi di formazione per fare in modo che la città sia pronta, nella sua quotidianità, a essere amica dei tanti anziani affetti da queste patologie. E sappia farlo con uno sguardo che non sia mai di compassione o paura, ma sempre di accoglienza delicata e competenza.

Il protocollo punta a preparare in primo luogo la polizia municipale, spesso alle prese con l’angoscia delle famiglie che vedono il proprio caro perdersi nella sua città. Eppoi per i dipendenti degli uffici pubblici, delle biblioteche, ma anche per i negozianti, che possono così imparare un approccio “amico” per coloro ai quali, a vari livelli, la memoria e la percezione del presente sfuggono. E ancora la “Dementia friendly community” punta a corsi di preparazione specifica per i volontari, che rappresentano una ricchezza unica per poter riprendere per mano quegli anziani che la malattia fa scivolare via dalla realtà. Per questo La Meridiana punta al coinvolgimento di altre associazioni impegnate sul territorio.

«Serve una città amica che riproponga alcune esperienze già attive in Europa e riproposte dalla Federazione Alzheimer Italia – sottolinea Roberto Mauri, direttore de La Meridiana -. Insomma una città che prenda coscienza della gravità della malattia e che sappia accogliere e relazionarsi con le persone con demenza. Noi, come Meridiana, vogliamo essere da stimolo e dare il nostro e contributo insieme a quello delle altre associazioni, per una collaborazione proficua e un lavoro comune utile per tutta la città». «Nessuna comunità riuscirà mai ad essere totalmente Dementia community friendly – avverte Mario Possenti, segretario della Federazione Alzheimer Italia – ma possiamo provare tutti insieme ad andare in questa direzione». Il percorso, certamente non facile, deve però obbligatoriamente essere un primo tassello di un nuovo paradigma per una città che affronta uno dei problemi più importanti di questo tempo: la fragilità di chi si “perde”, ma non può scivolare via del tutto. E va trattenuto, con premura e preparazione.