Monza: parte una petizione per salvare villa Mirabellino

Il governo vuole venderla insieme ad altre 49 dimore di proprietà demaniale sparse in tutt’Italia. Le associazioni ambientaliste e i comitati cittadini si oppongono. E spiegano perché sarebbe un’operazione insensata
Uno scorcio di villa Mirabellino
Uno scorcio di villa Mirabellino

Mobilitazione per salvare villa Mirabellino, la splendida dimora che fu del cardinal Durini e che il consiglio dei ministri – nell’ambito della cosidetta manovrina – vorrebbe cedere insieme ad altre 49 dimore di proprietà demaniali. Un fulmine a ciel sereno e, proprio per questo motivo, molte associazioni brianzole sono pronte a stendere un appello da rivolgere al ministro dell’Economia e a quello dei Beni Culturali. Si tratta del Comitato per il parco, del Comitato “La Villa Reale è anche mia”, del Centro di documentazione residenze reali lombarde e di Legambiente.

L’idea comune è che un bene di questo valore storico e culturale non possa finire in mano ai privati, non possa diventare un hotel, seppur di lusso. La vicenda è piuttosto confusa. Il governo ha deciso di vendere la villa, infatti, mentre il Consorzio del parco e l’ufficio del Demanio di Milano stavano lavorando per un bando denominato «Valore Paese» con l’obiettivo di trasformare la dimora in un hotel di lusso con una lunga concessione ad un privato. Le associazioni «chiedono rispetto per la dignità di un patrimonio culturale come questo. Chiederemo che venga affidata e tutelata dal Fondo per l’ambiente Italiano a cui abbiamo chiesto di sottoscrivere il nostro appello».