Monza, parcheggia il camper in viale Stucchi e si prostituisce

La prostituzione a Monza ha luoghi ben definiti che non subiscono gli effetti della crisi. Negli ampi parcheggi lungo viale Stucchi il via vai è costante. E un punto di riferimento è diventato un camper bianco. Una “casa di tolleranza” e persino mobile.
Monza Camper palasport
Monza Camper palasport Fabrizio Radaelli

Che sia il mestiere più vecchio del mondo non ci sono dubbi. Che sia anche uno dei pochi a non essere stato intaccato dalla crisi economica degli ultimi anni sembra, anche, altrettanto certo: per rendersene conto è sufficiente appostarsi per una manciata di minuti, nel corso di una sera qualunque, nell’ampio parcheggio che si estende tra il Pala Iper e lo stadio Brianteo di Monza.


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Il via vai è costante: alle 21 di martedì un gran numero di macchine e “macchinoni” rallentano, adocchiano, scelgono la prostituta o il transessuale con cui appartarsi e spariscono nel buio. Non tutti, però: perché alcuni vanno a colpo sicuro a bussare alla porta del camper bianco che, parcheggiato alle spalle del Pala Iper, negli ultimi mesi è diventato un punto di riferimento insostituibile per gli avventori dell’area. A farsi avanti alle 21 di martedì arriva un camionista: bussa alla porta bianca ed entra.

A fargli strada all’interno una donna in abbigliamento discinto. Prima di chiudere la serratura, però, la donna apre una sedia pieghevole e la posiziona all’esterno del camper, proprio accanto alla porta di ingresso: sembrerebbe un segnale, utile a indicare agli altri clienti la presenza di una persona all’interno. Non appena l’uomo si allontana, una mezz’ora più tardi, la sedia viene chiusa e riposta in un angolo. Stessa ora, altro luogo. Lungo viale Stucchi e viale Sicilia e nel dedalo di strade che, dalle due arterie cittadine, si dipanano verso i capannoni industriali, lo scenario è più variegato che mai. Ragazze e trans iniziano a prostituirsi dal tardo pomeriggio, senza preoccuparsi di posizionarsi in punti in cui potrebbero essere visti da famiglie con bambini al seguito.

«Come nel parcheggio dell’Iper di viale Stucchi – ha commentato una donna – Una dozzina di giorni fa c’erano due trans che da lontano sembravano completamente nudi nel parcheggio dell’area dedicata alla vendita all’ingrosso di bevande. Erano le 19: un orario da famiglie. Io li ho visti e sono rimasta senza parole». Che la situazione anche in via della Guerrina e dintorni sia complicata è noto a tutti.

Lo testimoniano una volta di più anche i provvedimenti che la ditta di autotrasporti, che ha sede nel tratto terminale di quella strada, continua a prendere per allontanare trans e clienti dalla sua proprietà, usata come rifugio “en plein air”: alle barriere in cemento, posizionate prima dell’estate, hanno fatto seguito l’installazione di ulteriori videocamere e di cartelli che indicano il divieto di accesso.