Monza, l’appalto rifiuti torna a Sangalli: stop al commissariamento

L’appalto di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Monza non è più commissariato: la Prefettura ha revocato il provvedimento adottato nel 2016 attraverso un decreto che nel giro di sei mesi consentirà alla impresa Sangalli di tornare a gestire direttamente il servizio. La posizione del Comune.
Sangalli servizio rifiuti Monza
Sangalli servizio rifiuti Monza Andrea Barison

L’appalto di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Monza non è più commissariato: la Prefettura ha revocato il provvedimento adottato nel 2016 attraverso un decreto firmato venerdì 2 marzo che nel giro di sei mesi consentirà alla impresa Sangalli di tornare a gestire direttamente il servizio. Fino a quel momento Elisabetta Brugnoni, che per quasi due anni ha operato come commissario, affiancherà il consiglio di amministrazione dell’azienda per curare quello che potrebbe essere definito una sorta di passaggio di consegne.

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La revoca della misura imposta per garantire la corretta applicazione del contratto riguarda anche l’appalto di Andria.

La richiesta di poter tornare alla normalità è stata inoltrata per due volte dalla società monzese al prefetto Giovanna Vilasi: gli uffici di via Prina hanno effettuato una istruttoria, si sono confrontati con i colleghi pugliesi e hanno chiesto una valutazione al presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Le verifiche, spiegano dalla Prefettura, hanno escluso l’esistenza di elementi che rendano necessaria la conferma della tutela.

Ora l’amministrazione comunale cercherà di capire come potranno evolvere i rapporti con la società entro la fine di settembre, quando scadrà l’appalto. «Ci hanno comunicato la notizia martedì – afferma l’assessore all’Ambiente Martina Sassoli – ora vedremo. Spero che il livello del servizio fornito possa migliorare: noi non siamo soddisfatti della qualità della raccolta e della pulizia delle strade, come non lo sono i monzesi».

Sassoli ricorda anche le relazioni «conflittuali» con il commissario straordinario che ha citato il Comune in Tribunale con l’obiettivo di ottenere la restituzione delle somme sul canone del contratto che ritiene siano trattenute arbitrariamente dal municipio e il versamento degli interessi per il ritardo con cui gli uffici saldano le fatture: complessivamente si tratta di alcuni milioni di euro destinati a salire al ritmo di 250.000 euro al mese.

I responsabili di piazza Trento e Trieste, oltre a sollecitare un servizio di raccolta dei rifiuti e di igiene ambientale più efficiente, potrebbero cercare di avviare un dialogo con il consiglio di amministrazione: «Ora – afferma l’assessore – toccherà all’azienda decidere come muoversi».

Il Comune, intanto, è impegnato nella stesura del capitolato d’appalto che sarà pubblicato nei prossimi mesi e che dovrebbe richiedere l’impiego di mezzi più moderni e misure che possano aumentare la quota della raccolta differenziata anche attraverso campagne di sensibilizzazione dei cittadini.