Monza, l’allarme della Fim Cisl: «Preoccupati per l’autunno, temiamo una crisi produttiva e occupazionale»

Enrico Vacca, segretario generale della Fim (metalmeccanici) Cisl Monza Brianza Lecco: «La stragrande maggioranza delle aziende sta vivendo un periodo complicato». La preoccupazione riguarda soprattutto il settore dell’automotive
Enrico Vacca
Enrico Vacca

L’autunno fa paura. La crisi economica a causa dell’emergenza coronavirus potrebbe farsi sentire in modo pesante anche in Brianza e innescare una recessione dalle conseguenze incalcolabili anche sul tessuto sociale. L’allarme viene dalla Fim (metalmeccanici) Cisl Monza Brianza Lecco con il suo segretario generale Enrico Vacca: «Temiamo per i prossimi mesi si prepari una crisi produttiva che abbia forti ripercussioni occupazionali» dice al ritorno dalla manifestazione dei metalmeccanici che si è tenuta il 25 giugno a Roma.

Il calo degli ordinativi, il rallentamento e in alcuni casi anche la fermata della produzione sono sotto gli occhi di tutti: «Qualcuno ci obietta che alcune aziende stanno facendo straordinari o stanno applicando soluzioni per aumentare la produzione – osserva Vacca -. È vero, ma in generale si tratta di code di ordini rimasti sospesi per colpa della quarantena. La stragrande maggioranza delle aziende sta vivendo un periodo complicato. Per fortuna oltre alle nove settimane di cassa integrazione per Covid-19 e alle cinque aggiuntive, sono state concesse altre quattro settimane di cig. E, per fortuna, è ancora attivo il blocco dei licenziamenti».

Tutti interventi importanti che però non bastano per rendere meno nere le prospettive future., anche perchè ci sono settori come quello dell’automotive che secondo alcune stime avrebbero perso l’80% degli ordini. Le ricadute in termini di occupazione potrebbero essere gravi. Soprattutto se rimane anche il problema della liquidità. Occorrono fondi per le imprese, magari quelle in arrivo dall’Unione europea, ma anche investimenti in innovazione e in infrastrutture. «Questa – sottolinea Vacca – è un’occasione unica per migliorare il nostro sistema Paese. Penso alle grandi opere (ponti, strade, ecc.), ma anche alla rete dati e telefonica, perno dello sviluppo futuro. Come sindacato chiediamo che gli aiuti non siano distribuiti a pioggia, ma siano indirizzati verso quelle imprese che sanno investire e sanno tutelare l’occupazione».

I metalmeccanici devono anche rinnovare il contratto che in questo caso, al di là delle rivendicazioni salariali potrebbe essere l’occasione per rivedere l’organizzazione del lavoro suggerendo per chi può nuove modalità come lo smart working utilizzato a piene mani durante i mesi più difficili dell’emergenza.