Monza, la variante per l’ex Feltrificio Scotti raddoppia le altezze e abbatte la ciminiera

Addio a una delle ultime ciminiere della storia industriale di Monza e altezze raddoppiate, per edifici fino a dieci piani: è la proposta per la variante progettuale all’ex Feltrificio Scotti, a un passo dalla Villa reale.
La disposizione degli edifici nell’ex Feltrificio Scotti
La disposizione degli edifici nell’ex Feltrificio Scotti

Pronti a dire addio a una delle ultime ciminiere della storia industriale di Monza? Così prevede la variante al piano per il recupero dell’ex Feltrificio Scotti, lungo vialone Battisti, a un passo dalla Villa reale. La proposta progettuale è arrivata su tavolo dell’amministrazione comunale e dal 29 giugno al 28 luglio sarà possibile presentare proposte di cambiamento e osservazioni.

Dopo quell’ultimo giorno il tavolo tecnico valuterà quanto arrivato e, nel caso non ci siano ulteriori importanti modifiche, la strada sarà in discesa, così come per il sostanziale raddoppio delle altezze massime degli edifici che, rispetto al passato, cambieranno anche disposizione.

Monza, la variante per l’ex Feltrificio Scotti raddoppia le altezze e abbatte la  ciminiera
La planimetria del progetto all’ex Scotti

Un passo per volta: l’abbattimento della ciminiera è giustificato da una relazione tecnica citata nello studio di impatto paesistico. “La capacità portante della sezione di base non è sufficiente a sopportare le sollecitazioni del vento, e la canna esterna presenta diverse fessurazioni, dovute ai carichi che hanno agito sulla struttura durante gli anni di esercizio, e risulta essere in una condizione strutturale precaria. Tutto è emerso e illustrato da una perizia a cura del resp. scientifico Prof. Ing. M. G. Mulas, Analisi dello stato di conservazione e analisi strutturale della ciminiera ex-Scotti & C. del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, 25/01/2019 – Milano, assunta agli atti della Soprintendenza. Seppur evidente la valenza testimoniale della ciminiera vi è la volontà di abbattere il manufatto che risulta in tali precarie condizioni”. La proposta progettuale prevede di mantenere visibile la base, “rivisitandone l’impronta a terra e riproponendola sotto forma di elemento scultoreo. La traccia di tale preesistenza viene valorizzata con una direttrice di collegamento a villa Azzurra che costituisce il percorso di attraversamento del giardino centrale, baricentro dell’impianto generale”.

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Verrà conservato, del passato industriale, anche il residuo murale su via Donizetti, che “costituisce il diaframma di protezione dell’area in asservimento all’uso pubblico, destinata a piazza e teatro di eventi legati alla scuola di musica”.

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La proprietà, come già annunciato, costruirà anche il “Teatro della musica” (tutto a carico del privato), ma nell’area del Rondò dei Pini e non più all’ex Scotti, mentre la scuola di musica sarà all’ex casa delle aste, restaurata così come la vincolata Casa Azzurra, che però passa da destinazione terziaria a residenziale.

Monza, la variante per l’ex Feltrificio Scotti raddoppia le altezze e abbatte la  ciminiera
La planimetria del progetto all’ex Scotti

E le altezze? Il progetto già approvato prevedeva quattro edifici, di altezza massima 18,80 metri, mentre la variante ne ipotizza cinque di “diversa configurazione planivolumetrica (schema a U), che riduce l’impatto volumetrico e aumenta la distanza tra i fabbricati” prevedendo come altezza massima altezza massima 32,85 metri. Sparisce (con il Teatro della musica) anche il parcheggio interrato a uso pubblico: “Rivista distribuzione posti auto su via Scarlatti (in linea e a spina di pesce, integrati da filari di alberi) e via Donizzetti lungo strada lato ovest”.

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La valutazione di impatto paesistico, una scala da 1 a 25, è secondo la documentazione dei progettisti 15, cioè l’ultimo grado sotto la soglia di tolleranza: in pratica molto rilevante, ma tollerabile. “Nel caso in cui il risultato sia sotto la soglia di rilevanza, per definizione normativa, è da considerarsi accettabile sotto il profilo paesistico -si legge – nel secondo caso, invece, ove il progetto risulti ad impatto rilevante, ma tollerabile, deve essere esaminato al fine di determinare il giudizio di impatto paesistico. Nell’ultimo caso, il progetto è soggetto a valutazioni di merito che riguardino considerazioni specifiche di opportunità ed utilità pubblica e considerino le necessarie misure di mitigazione. Nel caso il giudizio di impatto paesistico sia negativo il progetto può essere respinto per motivi paesistici, fornendo indicazioni per la completa riprogettazione dell’intervento”.

Quindi “il progetto di cui è stata eseguita la valutazione di impatto paesistico, risulta sopra la soglia di rilevanza, ma sotto la soglia di tolleranza avendo come valore risultante dalle valutazioni il grado 15, cioè ad impatto rilevante, ma tollerabile”.