Monza, la Sala Maddalena riapre al pubblico dopo quasi un anno

La Sala Maddalena di Monza riapre al pubblico. Era chiusa da novembre 2015, quando una crepa lungo la volta centrale impose indagini approfondite. Dalla metà di settembre può tornare a essere sede per concerti, convegni, eventi e dibattiti.
Monza, le verifiche strutturali in Sala Maddalena
Monza, le verifiche strutturali in Sala Maddalena Fabrizio Radaelli

La Sala Maddalena di Monza riapre al pubblico. Era chiusa da novembre 2015, quando una crepa lungo la volta centrale impose indagini approfondite.

«A partire dalla metà di settembre invieremo una comunicazione a tutte le associazioni culturali che l’hanno sempre utilizzata come sede per concerti, convegni, eventi e dibattiti – ha annunciato l’assessore alle Opere pubbliche Antonio Marrazzo – Finalmente potranno tornare a organizzare le loro attività all’interno dello spazio comunale: è tempo di predisporre per il pubblico un nuovo calendario».


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L’area è stata chiusa per quasi dieci mesi, causando non pochi problemi a chi aveva organizzato, al suo interno, diverse rassegne musicali e teatrali. Lo scorso novembre la Asl, durante un sopralluogo, aveva riscontrato la presenza di una “fessurazione verticale” del muro.

Insomma: una brutta crepa aveva fatto capolino lungo la volta centrale della sala, subito chiusa per ragioni di sicurezza. Dalla perizia tecnica, realizzata nel mese di marzo dall’ingegnere Luca Magnaghi dello studio M+ di Seregno, non erano emersi cedimenti strutturali: «Fessure del genere sono abbastanza frequenti in edifici che presentano una volta così sfaccettata», ha precisato Marrazzo.

Si è trattato allora di effettuare diverse operazioni di restauro conservativo. Ad aggiudicarsi i lavori l’impresa varesina Icsa srl di Sesto Calende: di poco più di 9mila euro il costo dell’intervento. Nel corso dell’estate si è così provveduto a ripulire le fessurazioni, a realizzare “lavaggi con soluzione idroalcolica”, a cucire le “lesioni con l’inserimento di barre in vetroresina” e a effettuare iniezioni di malta fluida. Alla sigillatura, realizzata con malta “a base di calcio e inerti”, hanno fatto seguito un “ritocco pittorico e una revisione cromatica delle superfici”: il procedimento è descritto in maniera dettagliata sulla determina dirigenziale pubblicata sul sito dell’amministrazione comunale.