Monza, la morte di Elio Bonavita in viale Brianza: i due automobilisti patteggiano

Hanno scelto di patteggiare 24 e 22 mesi i due automobilisti accusati di omicidio colposo in relazione alla tragica morte di Elio Bonavita, il 14enne deceduto nell’incidente stradale di viale Brianza nel marzo 2015.
L’incidente di viale Brianza a Monza e Elio Bonavita, la giovane vittima
L’incidente di viale Brianza a Monza e Elio Bonavita, la giovane vittima Redazione online

Hanno scelto di patteggiare i due automobilisti accusati di omicidio colposo in relazione alla tragica morte di Elio Bonavita, il 14enne deceduto nell’incidente stradale di viale Brianza nel mese di marzo dello scorso anno mentre si trovava in auto con la madre Nunzia Minichini.


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È quanto emerso da palazzo di giustizia a Monza nella mattina di mercoledì 16 marzo, giorno della prima udienza davanti al gup Giovanni Gerosa. Due anni la pena concordata dal conducente 46enne del suv Audi Q5 imputato anche di omissione di soccorso per essersi allontanato dalla scena del sinistro. Con una manovra azzardata, l’imprenditore brianzolo provocò la carambola di auto che portò alla tragica fine del giovane calciatore, ucciso mentre la mamma – gravemente ferita e tuttora in ospedale – lo accompagnava al campo della Dominante per la partita domenicale.

Un anno e dieci mesi per il 38enne al volante di un altro Suv Range Rover che, viaggiando a velocità sostenuta, scartò sulla corsia di marcia opposta di viale Brianza, di fronte al parco di Monza, per evitare l’impatto con il Q5, travolgendo frontalmente l’utilitaria dei Bonavita.

Il legale di parte civile, l’avvocato Vincenzo Cordola, ha chiesto e ottenuto lo slittamento dell’udienza per chiamare in causa le compagnie assicurative che, da quanto si è appreso da palazzo, non hanno versato un euro ai famigliari del giovane di Villasanta. Processo rinviato al 15 giugno, data in cui dovrebbe essere perfezionato il patteggiamento.

«Non accetto l’idea del patteggiamento – ha commentato il papà Corrado Bonavita fuori da palazzo di giustizia, accompagnato dalla sorella – per me chi ammazza un ragazzino deve finire in carcere, non mi interessano risarcimenti economici: se arrivano, vogliamo devolverli in beneficenza».

Corrado Bonavita ha ricordato anche la tragedia di Matteo Trenti, morto in via Azzone Visconti pochi giorni più tardi investito mentre rincasava in bicicletta, e ha sottolineato come il sacrificio di suo figlio abbia dato una spinta decisiva all’approvazione del reato di omicidio stradale.