Monza: la Icar in attesa del commissario, potrebbero esserci aziende interessate a rilevarla

Giorni decisivi per la sorte della Icar, la storica azienda monzese di condensatori e apparati elettrici di grande potenza in liquidazione che ha 200 dipendenti tra la sede principale di Monza, di via Isonzo , e quella di Villa d’Adda
Monza, la sede della Icar
Monza, la sede della Icar Fabrizio Radaelli

Potrebbero essere giorni decisivi per la sorte della Icar, l’azienda di condensatori e apparati elettrici di grande potenza in liquidazione (200 dipendenti tra la sede principale monzese di via Isonzo e quella di Villa d’Adda)

Mercoledì in tribunale a Milano si è tenuta un’altra udienza davanti al giudice del tribunale fallimentare, chiamato a decidere se ammettere l’azienda all’amministrazione straordinaria e nominare un commissario straordinario chiamato a gestire l’impresa scegliendo se andare avanti con l’attività o avviarla al fallimento.

Una prima udienza si era già svolta lo scorso 13 gennaio, i sindacati si aspettano una decisione per l’inizio della settimana prossima. E saranno ormai passati due mesi dalla domanda di amministrazione straordinaria, presentata dai liquidatori della società il 2 dicembre.

Ma l’allungarsi dei tempi potrebbe essere segno della complessità della vicenda, visto che l’azienda pare avere commesse, difficili però da soddisfare se le materie prime arrivano col contagocce a causa della situazione patrimoniale aziendale compromessa.

«Il lavoro prosegue al 40%, per il resto c’è la cassa integrazione per Covid» spiega Patricia Lupi della Fiom Cgil.

Intanto Fiom Cgil e Fim Cisl hanno tenuto assemblee in fabbrica coi lavoratori: «La partecipazione, com’era prevedibile, è stata molto alta, e chi non c’era era comunque collegato on line -spiega Lupi-. Il clima generale è di attesa e di grande preoccupazione. I lavoratori aspettano risposte. Non dovesse essere concessa l’amministrazione straordinaria, la situazione si complicherebbe ulteriormente. Aspettiamo novità per l’inizio della settimana prossima».

Che la crisi dell’azienda sia di natura più finanziaria che industrial lo dimostrerebbe che non è da escludere che il commissario straordinario trovi un soggetto industriale disposto a rilevare l’azienda: interessamenti ci sarebbero già stati.