Monza, la figlia di 16 anni schiava dell’eroina e i genitori denunciano ai carabinieri: arrestati quattro spacciatori – VIDEO

VIDEO - Dopo due anni di indagini eseguite le ordinanze cautelari emesse dal gip del tribunale di Monza ai danni di un 41enne e la fidanzata (lui in carcere e lei ai domiciliari) e di due cugini di nazionalità marocchina senza fissa dimora.
La conferenza stampa dei carabinieri della Compagnia di Monza, al centro il capitano Pierpaolo Pinnelli
La conferenza stampa dei carabinieri della Compagnia di Monza, al centro il capitano Pierpaolo Pinnelli Roberto Magnani

Due genitori esasperati dalla figlia 16enne schiava dell’eroina che si rivolgono ai carabinieri. E la risposta, dopo due anni di indagini, sono quattro arresti di altrettanti spacciatori. I Carabinieri della Compagnia di Monza, mercoledì 7 ottobre, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Monza traducendo 3 uomini in carcere, di cui due cugini marocchini di 28 e 25 anni e un algerino di 41 anni, e una donna agli arresti domiciliari, monzese di 32 anni compagna dell’algerino, smantellando così un network di spaccio al dettaglio che operava nel centro di Monza, tra la Stazione F.S., corso Milano – via Borgazzi e largo Mazzini. Un quinto soggetto, un marocchino di 36 anni, destinatario della misura cautelare in carcere, che si è reso irreperibile tornando verosimilmente nel paese d’origine, è tuttora ancora ricercato.

L’indagine era stata avviata dagli uomini di via Volturno nel marzo del 2018, a seguito della denuncia dei genitori di una ragazza, minorenne e tossicodipendente, esasperati dai suoi continui acquisti di eroina. Attraverso servizi di osservazione e pedinamento, individuazioni fotografiche, ma anche con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, i militari hanno individuato 8 soggetti, di cui 5 destinatari delle misuri cautelari, smantellando la rete di spaccio di cocaina ed eroina, formata da cittadini nord – africani, operanti individualmente ma anche interconnessi tra loro, secondo un livello di approvvigionamento che vedeva quale stabile rifornitore il soggetto marocchino ancora ricercato.

Era lui a distribuire lo stupefacente ai due cugini marocchini: la droga, eroina e cocaina, veniva consegnata all’acquirente, nel quantitativo richiesto, tramite un “normale” ordine telefonico. In particolare i cugini, dopo aver ricevuto la prenotazione, prelevavano lo stupefacente da alcuni arbusti presenti in fondo ad una strada sterrata a Brugherio nei quali avevano precedentemente occultato le dosi, all’interno di vari pacchetti di sigarette.