Monza, investì e uccise ex tassista: condanna a 20 mesi per omicidio stradale

Un anno e otto mesi di reclusione per l’automobilista che nel febbraio 2017 investì e uccise, nella zona di via Libertà a Monza,un ex tassista di 67 anni.
Monza Via Einstein
Monza Via Einstein Fabrizio Radaelli

Un anno e otto mesi di reclusione per l’automobilista che investì e uccise nella zona di via Libertà a Monza, Angelo Pascariello, l’ex tassista, originario della Puglia, ma monzese di adozione, di 67 anni. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Paolo Confalonieri e la Procura di Monza, rappresentata dal Pm Michela Versini, hanno raggiunto un accordo rispetto al patteggiamento della pena fissato in un anno e otto mesi (pena sospesa). Il patteggiamento dovrà essere, però, ratificato ad aprile dal giudice per le indagini preliminari Federica Centonze, davanti alla quale le parti stanno discutendo in queste ore a Monza. L’imputato, Antonio C., monzese classe 1965, il 10 febbraio del 2017 si trovava al volante della sua macchina quando all’incrocio tra le via Libertà e Einstein urtò il tassista. Il pedone finì in ospedale dove morì dopo una quindicina di giorni (26 febbraio 2017) di degenza. Troppo gravi si erano rivelate le lesioni riportate nel botto. L’imputato, incensurato, si è fermato subito per prestargli soccorso. Nel procedimento non sono state contestate aggravanti. C’è l’attenuante, semmai, della scarsa presunta visibilità visto che in quel momento stava piovendo.

Secondo la relazione tecnica stilata dai vigili urbani di Monza che intervennero la segnaletica “orizzontale era consunta e poco visibile”, mentre i segnali luminosi sopra “la segnaletica verticale dei pannelli risultava in funzione”. Secondo la ricostruzione della Procura di Monza, il Pascariello stava attraversando la strada lungo le strisce pedonali. Sempre stando ad alcune testimonianze raccolte dagli agenti di polizia locale, le macchine stavano procedendo in coda a passo d’uomo. Per qualche motivo, forse una distrazione, forse la pioggia, o chissà cos’altro, l’automobilista non aveva notato il pedone che stava attraversando sulle strisce, prendendolo in pieno. Il pedone con l’ombrello tra le mani era planato sul parabrezza, sbattendo poi sull’asfalto bagnato dalla pioggia che si stava rovesciando sulla città. D’urgenza, vista la delicata situazione, era stato trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza dove vi era rimasto per oltre quindici giorni, ricoverato in rianimazione, ma non c’era stato purtroppo nulla da fare. La sentenza del giudice verrà emessa nel mese di aprile per permettere all’assicurazione di corrispondere una provvisionale agli eredi. In quella data il giudice Centonze stabilirà l’eventuale congruità della pena patteggiata.