Monza, inaugurata anche la palestra hi-tech: il villaggio dell’Alzheimer apre ai primi 30 utenti

La palestra multisensoriale-olfattiva, dono di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza al “Paese ritrovato”, è stata inaugurata in settimana. Si dettano i tempi: il villaggio per malati di Alzheimer apre le porte ai primi 30 utenti entro la fine di giugno. In tutto sono 64 posti: continua la raccolta fondi.
Monza Paese ritrovato Conferenza stampa: Roberto Mauri e Andrea Dell’Orto
Monza Paese ritrovato Conferenza stampa: Roberto Mauri e Andrea Dell’Orto Fabrizio Radaelli

L’olfatto più della vista. Gli odori più delle immagini. Sono partiti da qui i professionisti che hanno studiato e progettato la palestra multisensoriale-olfattiva, dono di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza al “Paese ritrovato”, la struttura per malati di Alzheimer e altre forme di demenza di via Casanova a Monza. Di fatto uno dei fiori all’occhiello e un luogo destinato a fare scuola per un nuovo approccio alla demenza, inaugurato ufficialmente lo scorso martedì.


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«L’olfatto è il più primitivo dei sensi ed è anche il più potente – spiega Anna Barbara, docente del Politecnico di Milano che ha guidato la realizzazione della palestra, accanto alla fotografa monzese Francesca Ripamonti e a Mikio Imai, giovane designer – Siamo dunque partiti dall’uso della memoria olfattiva come strumento riabilitativo. Sentire un profumo coinvolge il sistema limbico e questo spiega la scarica emotiva che avvertiamo quando sentiamo un odore».
In pratica l’obiettivo della palestra è quello di generare negli utenti una vera e propria “avventura olfattiva”, capace di stimolare emozioni in libertà, non necessariamente vincolate al passato. Perché l’idea di fondo è quella di non costringere le persone con demenza ai ricordi residui, scatenando frustrazioni come accade in loro quando una persona cara cerca disperatamente di farsi riconoscere, ma stimolare olfatto e tatto per generare sensazioni che in qualche modo possono cercare di rallentare la degenerazione delle capacità cognitive in una fase non ancora acuta della malattia.

«Abbiamo creduto sin dall’inizio a questo progetto, di fatto un nuovo quartiere di Monza che partirà a breve – rimarca Andrea Dell’Orto presidente del Presidio territoriale Monza e Brianza e vice presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza -, come esempio di responsabilità sociale delle imprese rivolta al territorio, e in Assolombarda abbiamo un Advisory board dedicato, ma anche come capacità di fare sistema, che non è affatto scontata. Ogni imprenditore deve avere anche un ruolo sociale per il suo territorio».

Aspetto ribadito da Giovanna Forlanelli Rovati, presidente del Comitato di garanzia dei donatori de “Il paese ritrovato”, che ha avuto proprio nelle famiglie Rovati, Fontana e Fumagalli i principali finanziatori. «Invitiamo dunque l’Advisory board a venire qui – conclude Forlanelli – per toccare con mano quanto realizzato».

Intanto si dettano i tempi. Arriveranno con ogni probabilità alla fine di giugno i primi ospiti del villaggio pronto ad accogliere sino a 64 ospiti affetti da Alzheimer e altre forme di demenza. La cooperativa La Meridiana è pronta ad aprire le porte al primo gruppo di circa 30 utenti. Dall’inaugurazione ufficiale dello scorso febbraio a oggi, gli operatori hanno ulteriormente perfezionato gli spazi e i protocolli di assistenza quotidiana. Non manca più nulla, se non l’avvio. La possibilità di riservare a un proprio caro un posto in un borgo all’avanguardia che, di fatto, attua una nuova concezione di assistenza a coloro che sono affetti da forme di demenza, ha spinto molte famiglie a fare richiesta di accesso.

Da mesi c’è una lista di attesa consistente, destinata ad allungarsi ulteriormente. La retta giornaliera, all’arrivo dei primi ospiti, sarà di 98 euro a utente. La cifra complessiva è però di 120 euro per persona: la differenza verrà coperta da La Meridiana, in attesa della definizione dei termini per il contributo del servizio sanitario.

Ne “Il paese ritrovato” strutture, colori, luci, arredi permetteranno ai pazienti di condurre una vita quasi normale (in libertà, seppur in sicurezza) e di sentirsi a casa. Oltre a 8 appartamenti per accogliere i malati, il Paese è arricchito dalla presenza di negozi, teatro, cappella, bar e mini-market. Oltre 50 operatori sono già stati selezionati e sono pronti ad occuparsi dei pazienti . Anche i letti sono dotati di sensori, in grado di far capire ogni movimento dell’ospite nelle singole camere. Ogni stanza ha luci guida che accompagnano. Gli appartamenti, con otto stanze ciascuno, hanno nella cucina, nella sala da pranzo e nei salotti gli spazi da vivere in comunità.

«Un risultato non facile da raggiungere, frutto però di una intera comunità che ha condiviso il progetto – ammette Roberto Mauri de “La Meridiana”. – In queste settimane ci chiamano da tutta Italia per venire a visitare il “Paese ritrovato” . Voler bene alle persone è quello che ci ha sempre mosso e che ci muove anche in questo caso. Restano ancora tre milioni da coprire (9 milioni il corso totale dell’opera), e sappiamo che la comunità sarà ancora in prima fila ad aiutarci».

Per invitare a dare una mano “La Meridiana” lancia una sorta di lista nozze comunitaria. Di fatto, come per una piattaforma di e-commerce, si potranno acquistare parti di allestimenti e arredamenti sia della struttura residenziale che del centro diurno (per l’apertura di quest’ultimo bisognerà attendere un po’ di più rispetto alla residenza). Un appendi-abiti, un divano, un armadio: ciascuno potrà dare una mano come meglio credere, scegliendo da una apposita vetrina. Al momento il portale non è ancora disponibile, se non per i grandi donatori, che sono invitati anche a fare da testimonial in un video che poi inviterà alla donazione. Sempre attiva la possibilità di donazioni da sito cooplameridiana.it, da conto corrente postale 2313160 o bonifico bancario intestato a La Meridiana Due Scs Iban: IT 62 G 03111 20405 000000001801.