Monza: il 29 luglio si accende la croce in alabastro per Umberto I, restauri per i 120 anni del regicidio

Ogni 29 luglio, anniversario del regicidio di Umberto I (ucciso a Monza nel 1900), si accende per tutta la notte la croce in alabastro della cappella espiatoria. La storia e il doppio restauro in arrivo in occasione dei 120 anni dagli spari di Bresci (e 110 dalla costruzione del monumento).
Monza Cappella espiatoria 29 Luglio
Monza Cappella espiatoria 29 Luglio Fabrizio Radaelli

«Quando si illumina la croce e la luce filtra attraverso la croce di alabastro sembra un eterno tramonto». Sono le parole di Ivana Mazzola, da quattro anni responsabile dell’accoglienza in Cappella Espiatoria a Monza.

Il suo appartamento è proprio accanto al monumento e, ogni 29 luglio, ammira la croce illuminata per tutta la notte dalle finestre di casa. Umberto I fu ucciso a Monza il 29 luglio 1900 e l’accensione si ripete a ogni anniversario.

Per accendere le luci, posizionate all’interno della stele basta premere un semplice interruttore posto sul pannello di controllo nel vano accanto alla cripta. «Facciamo qualche prova di accensione – spiega Mazzola- per assicurarci che tutto sia in ordine. Cambiare le lampadine non è impresa da poco perché bisogna calarsi all’interno della stele alta 35 metri».

Monza: il 29 luglio si accende la croce in alabastro per Umberto I, restauri per i 120 anni del regicidio
Monza Cappella Espiatoria

La storia. Lunedì 29 luglio, anche se il monumento rispetterà il suo giorno di chiusura, sarà possibile vedere la croce illuminata dall’esterno per tutta la notte.

È visione suggestiva per i colori dell’alabastro che arrivò a Monza da un’antica cava romana in Algeria. Nel 1910, anno d’inaugurazione del monumento, vedere l’accensione doveva essere davvero un evento di grande richiamo. L’energia elettrica era arrivata in Villa reale già nel 1884 per volontà di Umberto e Margherita, insieme ad un ascensore a manovella e ai servizi igienici con acqua calda e fredda.

Nei primi anni del Novecento solo le vie principali della città erano illuminate con lampioni a gas per cui i dodici metri di luce della croce dovevano davvero emergere nell’oscurità tutt’intorno. Il monumento è aperto dal martedì al giovedì dalle 9 alle 14, il venerdì e sabato dalle 9 alle 19.30, la domenica dalle 9 alle 14. L’ingresso è libero.

Restauri in arrivo. Le luci sul monumento voluto da Vittorio Emanuele III “perché la zolla di terra rosseggiante ancora dal sangue fosse tolta dalle vicende della strada”, si accenderanno però soprattutto il prossimo anno in occasione dei 120 anni dai tre colpi sparati dall’anarchico Bresci contro il “Re buono” e dei 110 anni del Monumento realizzato su progetto dell’architetto Giuseppe Sacconi (lo stesso del Vittoriano di Roma) e poi proseguito dall’allievo Guido Cirilli.

È in vista dell’anniversario che al Polo Museale della Lombardia si lavora per far partire al più presto i restauri annunciati dalla direttrice Barbara Galli, architetto, ex docente del Politecnico con lunghe esperienze in Cina e Giappone, al Mibact dallo scorso anno con l’incarico di direttrice del monumento monzese.

Monza: il 29 luglio si accende la croce in alabastro per Umberto I, restauri per i 120 anni del regicidio
Monza Cappella Espiatoria

«Da gennaio avremo in Cappella due importanti cantieri di restauro – spiega – il primo a partire riguarderà l’esedra per il quale abbiamo appena avuto notizia dell’arrivo di finanziamenti, poi ci occuperemo del restauro del monumento vero e proprio con l’avvio di un cantiere studio in collaborazione con il Cern e l’Istituto di restauro di Roma».

Il restauro dell’esedra, da circa 150mila euro, sarà un lavoro lungo perché si procederà a campate con il montaggio e smontaggio del ponteggio. «L’esedra che si affaccia sul giardino – spiega la direttrice è stata realizzata con mosaici di ciottoli di fiume che in alcuni punti risultano mancanti e in altri devono essere stabilizzati. È prevista anche la pulitura dell’esedra nella parte che si affaccia lungo viale Cesare Battisti».

Quanto al restauro del monumento vero e proprio, una prima fase di studio è già partita. Sono evidenti delle “bende” bianche poste in alcuni punti alla base del monumento: «Si tratta – spiega Galli – di alcuni saggi già effettuati dagli esperti del Cern che hanno monitorato lo stato della pietra. In diversi punti la pietra si sbriciola poiché nell’ultima campagna di restauri negli anni Ottanta è stata utilizzata una sostanza che ha creato una sorta di pellicola sulla pietra impedendone la naturale traspirazione».

Le analisi. L’obiettivo è dunque quello di aprire un cantiere studio per trovare l’agente chimico in grado di rimuovere la vecchia pellicola e proteggere la base del monumento evitando che le infiltrazioni d’acqua possa danneggiare i mosaici interni.

I tempi? «Contiamo di partire in contemporanea anche con il cantiere studio, a partire da gennaio – conferma la direttrice – con l’obiettivo di riconsegnarlo alla città per le celebrazione dei 120 anni dal regicidio. Stiamo prendendo accordi con il comune e il Consorzio perché la visita alla Cappella Espiatoria sia inserita nei percorsi di visita di Villa Reale e degli altri punti di interesse cittadini».

Non è tutto: dopo il debutto alla design week dove la cripta ha ospitato alcune lampade di design, l’idea è di far vivere il monumento e il suo giardino come luogo di cultura. «Vorrei portare concerti musicali- conclude Galli- e anche rappresentazioni teatrali in collaborazione con il teatro Binario 7 e la Casa della Poesia di Monza».

Cartellonistica. C’è un “W Bresci” scritto con spray nero sull’esedra di viale Cesare Battisti. «Probabilmente non sarà cancellato- spiega Barbara Galli- perché dopo due giorni qualcuno lo riscriverebbe». Il Polo Museale della Lombardia sta lavorando a una nuova cartellonistica per il monumento. «Partendo da quel nome ripercorreremo la storia dell’anarchico arrivato a Monza per uccidere il re». Altri pannelli racconteranno le diverse parti del monumento, il giardino, la cripta, la croce di alabastro, le corone votive.