Monza, i vicini sentono rumori sospetti: blitz nell’appartamento comunale

Attenzione alta nelle case comunali di Monza. Contro i ladri, ma anche contro gli occupatori abusivi degli appartamenti vuoti e in attesa di assegnazione. A inizio settimana i vicini hanno chiamato i vigili dopo aver sentito rumori sospetti.
Casa occupata via Enrico Da Monza
Casa occupata via Enrico Da Monza Redazione online

Capita anche, come settimana scorsa, che qualcuno chiami le forze dell’ordine soltanto perché ha sentito un rumore che ritiene sospetto: falso allarme, non era altro che un vicino di casa intento a sistemare una porta difettosa.

Orecchie (molto) in piedi tra gli inquilini delle case comunali di Monza che temono, come tutti, le visite de ladri ma hanno anche un nemico in più, l’occupatore abusivo. Un fenomeno che sembra d’antan, invece è ancora molto attuale, anche in città: gli agenti della polizia locale del comando di via Marsala ne hanno avuta una prova lunedì quando poco prima delle 13 hanno ricevuto una chiamata dallo stabile comunale di via Enrico da Monza dove, appunto, alcuni residenti segnalavano rumori sospetti in uno degli appartamenti che, sulla carta, doveva essere disabitato, in attesa di riqualificazione e riassegnazione.

Gli agenti, come già accaduto qualche giorno prima, in quel caso per il falso allarme, si sono precipitati in via Da Monza.

Da indicazioni si sono portati in un appartamento a piano terra dello stabile e hanno subito notato la porta d’ingresso, non blindata, vistosamente danneggiata. Con precauzione, per evitare eventuali sorprese e magari cogliere sul fatto gli abusivi, sono entrati nell’abitazione ma lo strano silenzio li ha subito convinti che non ci fosse nessuno.

Infatti: a terra, evidenti, i segni delle presenze. Qualche coperta, dei cuscini e dei sacchetti. E poi vestiti sparpagliati qua e là.

Troppo tardi: evidentemente qualcuno ha avvisato dell’arrivo della pattuglia, inducendo quindi gli occupanti a fuggire in fretta e furia o, semplicemente, data l’ora, si trovavano semplicemente fuori casa.

Gli agenti hanno comunque scattato foto dei danni alla porta d’ingresso e delle suppellettili trovate all’interno. Quindi hanno messo in sicurezza l’appartamento, in condizioni evidentemente degradate e destinato a lavori di sistemazione da parte del Comune e per questo non assegnato.

Nel caso in cui gli “inquilini” non autorizzati fossero stati trovati in casa, sarebbero stati accusati di occupazione abusiva di immobile pubblico così come previsto dall’articolo 663 del Codice penale: «Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o trame altrimenti profitto è punito a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa. Si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, o da più di dieci persone anche senz’armi. Si procede altresì d’ufficio (art. 638 bis c.p.) se si tratta di acque, terreni, fondi o edifici pubblici o destinati ad uso pubblico. Perché sussista il reato, occorre che l’agente penetri dall’esterno nell’immobile (anche senza violenza) e ne violi l’esclusività della proprietà o del possesso per una apprezzabile durata, contro la volontà del titolare del diritto o senza che la legge autorizzi tale condotta».