Monza, i racconti dalla stazione di residenti impauriti: «Risse, sporcizia, droga»

Dalla zona della stazione di Monza - via Arosio e corso Milano - arrivano nuovi racconti choc: i residenti, dopo allarmi e petizioni contro droga e degrado, hanno paura e c’è chi ha il timore di scendere nel box in corso Milano. Nonostante le forze dell’ordine, tutta l’area è ad alto rischio.
Monza Stazione notturna
Monza Stazione notturna Fabrizio Radaelli

La “vedetta” si affaccia ogni sera, in via Arosio a Monza. Controllare quei pochi metri di asfalto tra la stazione e il portone di casa, per assicurarsi che la propria moglie torni a casa incolume. Per non parlare di quelli che aspettano il vicino di casa per scendere in garage, «perché ci si sente più sicuri».

O ancora gli specialisti in “fughe” oltre il cancello di casa, visto più che altro come la “salvezza”, al di là di una sorta di “zona rosa di illegalità”. Cronache di ormai ordinaria quotidianità, da cittadini “in prima linea”.

Via Arosio, corso Milano 23: una convivenza forzata e sempre più difficile nella cornice di degrado che racchiude la zona della stazione ferroviaria, da mesi ormai al centro delle cronache cittadine.

La pazienza di molti residenti si sta esaurendo, mentre petizioni e raccolte di firme per chiedere più sicurezza stanno girando tra inquilini e commercianti.

L’ultima goccia lunedì sera, sotto i portici del patronato Acli, dopo l’orario di chiusura. Risse, urla, sporcizia, uomini e donne che si bucano, indifferenti alle due telecamere installate sul soffitto.

Tra i monzesi del civico 23 di corso Milano, i più esposti alla convivenza con questo tipo di situazioni, ci si sfoga, ma è difficile (oltre che umanamente comprensibile) trovare qualcuno disposto a dichiararsi col proprio nome e cognome.

Ma si diceva di lunedì: «Ho 40 anni suonati, mi vede no? Sono ben piazzato e sono cresciuto nell’hinterland napoletano, non proprio nei quartieri alti. Eppure non mi vergogno a dirlo, ho avuto paura anche io, c’è gente che si fa di eroina, e altri affacciati ai portici sulla piazza con l’aria di chi controlla il proprio ‘mercato’, sono loro che, come passi, ti guardano storto, come a invitarti e levarti di torno, e anche in fretta», racconta uno dei residenti dello stabile che affaccia sulla piazza dello scalo cittadino e su Corso Milano.

«Ho chiamato i vigili, ma mi sono sentito dire che, trattandosi comunque di spazio privato perché condominiale, avrei dovuto fare un esposto, ebbene a questo punto avranno l’esposto».

Per la cronaca, va segnalato che le lamentele del cittadino non sono cadute completamente a vuoto. Martedì sera, dopo le 18 un mezzo della polizia locale presidiava i giardini e due agenti si sono posizionati proprio sotto il portico ricettacolo di sbandati e facce losche, tra pendolari e studenti sulla via del rientro.

La scorsa settimana, l’intervento, più massiccio, è stato dei carabinieri, che nell’attività di presidio e controllo del territorio hanno identificato oltre 40 persone. Interventi utili e apprezzati, ma che non possono sanare, da soli, una realtà sempre più complessa, che va oltre l’ordine pubblico. E gli scenari futuri non tranquillizzano certo: “Se è vero che vogliono sistemare i profughi all’ospedale vecchio, pur nel rispetto di queste persone, qui sarà il disastro”.