Monza, i medici di base scrivono alla Regione: “Carenze nella sanità territoriale”

I medici di base di Monza, Brianza e Lecco scrivono alla Regione Lombardia per denunciare le carenze delle sanità territoriale di fronte all’epidemia di coronovirus. “Smarriti a interpretare comunicazioni spesso contraddittorie”-
I medici di famiglia di Monza distribuiscono test rapidi per le attività ambulatoriali
I medici di famiglia di Monza distribuiscono test rapidi per le attività ambulatoriali Fabrizio Radaelli

«In questi mesi la medicina di famiglia ha implementato numerosi compiti e funzioni per colmare le carenze organizzative della sanità territoriale della nostra Regione». Inizia così la lettera congiunta della sezione provinciale di Monza Brianza e Lecco della Federazione italiana dei medici di famiglia. Un duro atto di accusa verso le istituzioni alla luce dell’incremento esponenziale dei contagi da Covid 19 di questi ultimi giorni, e il conseguente «rischio a cui i medici di medicina generale del territorio dell’Ats Brianza sono sottoposti ed esposti ogni giorno».

Tre le maggiori criticità sollevate dai medici di base. «Il fallimento del lavoro dei contact tracing nel sottoporre tempestivamente i pazienti sospetti e i contatti dei casi accertati e la sostanziale incapacità dei punti tampone messi in campo da Ats. L’attesa di un tampone ormai si attesta intorno ai sette giorni dalla segnalazione sul portale, in alcuni casi i pazienti vengono contattati direttamente in decima giornata per la riammissione al lavoro – si legge nel documento -. I reiterati ritardi nell’erogazione dei Protocolli di malattia isolamento per i casi Covid sospetti o accertati e di quarantena per i contatti stretti». E infine: «La difficoltà ad avere indicazioni chiare, utili a supportare chi si occupa nel territorio dei problemi di ogni giorni. I medici di famiglia infatti si trovano smarriti a interpretare comunicazioni spesso contraddittorie».

Un vero e proprio atto di accusa quello firmato dai rappresentati brianzoli e lecchesi della Federazione. «Non possiamo più tollerare che il lavoro della medicina di famiglia rincorra carenze strutturali senza vedere riconosciuto il nostro ruolo di regia del territorio. Ci chiediamo perché in questi mesi non sono stati potenziati i servizi fondamentali che, in occasione della prima ondata, hanno rivelato tutta la debolezza organizzativa».