Monza: “Gli Spalti” chiedono di pedonalizzare la strada (e certezze sul ponte)

L’associazione “Gli Spalti” di Monza, nata dopo la chiusura del ponte di via Colombo, chiede alla giunta di pedonalizzare Spalto Piodo e tempi certi per la riapertura del passaggio sul Lambro.
Lo striscione apparso sul ponte di via Colombo a Monza
Lo striscione apparso sul ponte di via Colombo a Monza Fabrizio Radaelli

Vietare il transito alle auto lungo spalto Piodo per mettere in sicurezza i pedoni obbligati, per raggiungere il cuore del centro storico, a percorrere quel tratto privo di marciapiede e carente di illuminazione. Ampliare, quindi, i confini della zona pedonale e ridisegnare la viabilità di piazza Cambiaghi e di via Cernuschi, in modo da consentire alle auto una differente uscita su via Azzone Visconti.

L’associazione “Gli Spalti”, che raduna dodici delle attività commerciali che hanno sede lungo la passerella dei Mercati, spalto Santa Maddalena e dintorni, continua a fare scudo per cercare soluzioni alle difficoltà riscontrate da quando il ponte di via Colombo, lo scorso 19 settembre, è chiuso al transito di veicoli, biciclette e pedoni. Nel pomeriggio di giovedì, l’associazione ha incontrato l’assessore alla Viabilità Federico Arena proprio per illustrare questo nuovo, possibile, piano della viabilità.

«Il dialogo con l’amministrazione c’è – hanno spiegato i membri dell’associazione – vorremmo, però, che la nostra situazione venisse considerata come di emergenza: in questi tre mesi molte delle nostre attività hanno riscontrato una contrazione degli incassi, dovuta alla diminuzione del passaggio, pari anche al 50%. Vorremmo che l’amministrazione comunicasse tempistiche certe sulle operazioni di abbattimento e di ricostruzione del ponte». Intanto, per richiamare più persone all’interno dell’isolato che si estende tra il Lambro e il duomo, “Gli Spalti” hanno organizzato una serie di iniziative per il periodo delle feste: laboratori per bambini e aperitivi faranno vivere l’area fino al prossimo 6 gennaio.

«Grazie al contributo di alcuni sponsor – hanno proseguito – siamo riusciti a organizzare un calendario abbastanza fitto: ci è spiaciuto, però, che l’amministrazione, per vestire gli Spalti a festa, non abbia avuto un occhio di riguardo nei nostri confronti, viste le difficoltà dell’ultimo periodo. Per le luminarie abbiamo dovuto pagare oltre 500 euro a testa, così come dobbiamo pagare l’occupazione di suolo pubblico per gli chalet di legno».