Monza, follie condominiali ai tempi del coronavirus: dai runner sopra ai tetti agli aperitivi tra vicini

Dai runner sopra ai tetti agli aperitivi tra vicini in giorni di emergenza coronavirus. Fino a una decina di giorni fa «la situazione era drammatica» dice il presidente di Anaci Monza e Brianza, l’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari.
Qualche esempio di cosa è successo nei condomini in emergenza coronavirus
Qualche esempio di cosa è successo nei condomini in emergenza coronavirus Fabrizio Radaelli

Fino a una decina di giorni fa «la situazione era drammatica»: non usa mezzi termini Marco Bonato, presidente di Anaci Monza e Brianza, l’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari che, in provincia, conta oltre duecento associati.

A Monza (ma non solo) per alcune settimane, dall’inizio dell’emergenza sanitaria e fino all’ultimo appello a stare a casa lanciato (anche attraverso gli altoparlanti di alcune volanti della locale) dal sindaco Dario Allevi, i furbetti del condominio hanno dato prova di grande fantasia: le normative imposte dalle istituzioni e dalle autorità sanitarie per limitare la diffusione di Covid-19 non sono state immediatamente recepite.

Il maggior numero di trasgressioni si è registrato nei condomini circondati da ampi giardini e in quelli dotati di campetti da tennis e da calcio. Così, c’è stato chi, a casa dall’ufficio, ha ben pensato di prendere lezioni da un maestro di tennis, per migliorare la pratica del diritto e del rovescio: è successo in un complesso di Triante nel corso dele lprime settimane di stop, suscitando problemi di convivenza con gli altri residenti del complesso.

«Ma non sono mancati casi di runner disposti ad allenarsi sui tetti, con tanto di video poi pubblicati sui social, e di cacce al tesoro organizzate per i più piccoli tra gli alberi e i cespugli dei giardini», ha iniziato a elencare Bonato.

E poi le merende in compagnia e gli aperitivi organizzati prima di cena, al rientro a casa del consorte: «Anche nei condomini più tranquilli e in quelli in cui i vicini si sono sempre scambiati al massimo un saluto, sono state organizzate iniziative di socialità impensabili è il racconto degli amministratori di Monza e Brianza in questi giorni – peccato, ovviamente, che fossero assolutamente proibite, oltre che pericolose perché possibili veicoli di diffusione del contagio».

Poi, finalmente, la svolta: «Con l’associazione, a livello nazionale, abbiamo promosso diverse campagne di sensibilizzazione per chiarire che i giardini e le aree comuni non potevano essere considerate come aree giochi o luoghi di incontro: perché il divieto di assembramenti e l’obbligo a mantenere la distanza personale vale anche per le scale e i pianerottoli, i corridoi delle cantine, gli ascensori, le terrazze e le autorimesse».

L’attenzione dell’associazione, ora, si concentra sulla diffusione delle procedure legate al corretto smaltimento dei rifiuti da parte di chi è risultato positivo al virus e chi è in quarantena obbligata: in questi casi infatti i rifiuti non si devono più differenziare, ma devono essere gettati nel contenitore dell’indifferenziata, all’interno di almeno un paio di sacchetti resistenti e chiusi dopo aver indossato guanti monouso.

«Da parte degli amministratori è anche importante sollecitare la realizzazione di operazioni approfondite di sanificazione all’interno degli stabili, per prevenire la diffusione del contagio: ovviamente non basta disinfettare i pulsanti di ascensori e di citofoni».