Monza: ecco il Ciliegio, il nuovo centro diurno per anziani

La coop La Meridiana apre a Monza anche il Ciliegio, il nuovo cento diurno per anziani con una degenerazione cognitiva o motoria e ai quali occorre parziale assistenza.
Monza: il nuovo Centro diurno
Monza: il nuovo Centro diurno Fabrizio Radaelli

A due passi da “Il paese ritrovato” apre le sue porte un’altra cittadella. Nel nome, un’identità: si chiama “Il ciliegio”, a ricordare la città, San Gerardo e quei frutti simbolo di una comunità. Perché infatti non si tratta di vicini di casa, bensì di un’unica famiglia raccolta in due “villaggi”, uniti dallo stesso orizzonte: prendere per mano ogni giorno chi, ormai anziano, non riesce più a camminare da solo nelle cose della vita. E farlo, appunto, come comunità, perché anche questi spazi sono il risultato di una “presa in carico” collettiva, di chi da anni si occupa di anziani e malati, la cooperativa La Meridiana, di importanti famiglie di imprenditori che con donazioni hanno permesso la realizzazione delle strutture per il 70% dei costi e di tanti altri contributi arrivati da enti, associazioni e singoli cittadini.

Dal primo ottobre sono infatti operativi gli spazi del centro diurno sorto nello stesso contesto della struttura di via Casanova che rappresenta, di fatto, un nuovo paradigma nell’assistenza e nella presa in cura delle persone con demenza e che ad oggi ha accolto 32 utenti sui 64 posti disponibili. Con l’arrivo dell’autunno, in uno spazio di 390 metri quadrati (oltre a un giardino di 550 mq dove si svolgeranno anche attività) verranno trasferiti gli utenti che oggi frequentato il centro diurno gestito da “La Meridiana” nella residenza San Pietro: 30 ospiti (42 gli iscritti nel complesso) che da lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 17, frequentano le attività di uno spazio che vuole essere un contenitore di aiuti e stimoli per persone che faticano ad avere un’autosufficienza completa nella gestione della giornata.

Non si tratta solo di persone affette da problemi di demenza o di Alzheimer, ma di anziani che, complice una degenerazione cognitiva o motoria, necessitano di una parziale assistenza. «Qui siamo di fronte – spiega Marco Fumagalli, educatore e formatore di Meridiana – a un aumento della complessità della cura, perché si tratta di persone con necessità differenti le une dalle altre. Svolgeranno attività simili agli ospiti del “Il paese ritrovato”, sempre nel massimo rispetto dei ritmi individuali. Non avranno, di regola, un’interazione con loro, anche se pensiamo a occasioni di incontro».

Nove gli operatori, tra educatori, fisioterapisti, medici e psicologi che si occuperanno del centro diurno. Dentro, si replica lo studio dei colori testato a “Il paese ritrovato”. Nulla è lasciato al caso, neppure la disposizione dei tavoli e delle poltrone, attorno a un camino. E la giornata è scandita da diverse attività ricreative. I pasti arrivano dalla San Pietro e la struttura è dotata di una tisaneria e di uno spazio per mantenere caldi i cibi. Per gli utenti c’è anche un nuovo mezzo, donato da una famiglia monzese, destinato al trasporto da e per il centro.

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Fin qui, una nuova cornice per un servizio già attivo da tempo. Ma non si tratta di un semplice trasferimento, perché i quasi 400 metri quadrati sono stati pensati come un centro diurno integrato, con spazi aperti alla cittadinanza e nuovi servizi. Qui è già avviato da qualche mese lo Sportello di aiuto de La Meridiana “… E adesso cosa faccio?”: un servizio inizialmente dedicato solo alle patologie neurologiche complesse, che poi ha esteso il proprio raggio di azione anche alla demenza e all’Alzheimer.

Di fatto, uno sportello di ascolto, orientamento e sollievo, con il compito di accogliere le richieste delle famiglie e orientare ai servizi di cura presenti sul territorio, per accompagnare anche sul piano burocratico e amministrativo. Il servizio è gratuito (allo 039.39.05.200/630) e funziona a pieno ritmo, con l’impegno di Sara Zambello e Marta Consonni. Disparate le richieste di aiuto. C’è chi chiama per orientarsi nelle pratiche per l’assistenza, chi per chiedere aiuto nella ricerca di una badante, chi per trovare le strutture assistenziali più adatte al proprio caro. Da giugno a oggi, in media sono cinque le famiglie che chiamano ogni giorno per avere un aiuto.

Nel centro integrato ci sono poi spazi che in futuro verranno destinati anche ad ambulatori medici, con specialisti dedicati alle patologie legate alla demenza