Monza dice addio a monsignor Peppino Arosio, il costruttore di nuove chiese

L’ultima intervista Si è spento all’età di novant’anni monsignor Peppino Arosio, sacerdote monzese, già responsabile dell’ufficio nuove chiese della curia milanese ed ex parroco di San Giuseppe, in cui ha iniziato la sfida della costruzione da zero di una comunità.
Monza, monsignro Peppino Arosio
Monza, monsignro Peppino Arosio Fabrizio Radaelli

Si è spento all’età di novant’anni monsignor Peppino Arosio, sacerdote monzese, già responsabile dell’ufficio nuove chiese della curia milanese ed ex parroco di San Giuseppe, in cui ha iniziato la sfida della costruzione da zero di una comunità. I funerali si svolgeranno venerdì alle 15.30, nel duomo di Monza

Nato a Monza nel 1925, Giuseppe Arosio viene ordinato sacerdote il 22 maggio 1948 ed in quello stesso anno iniziò il suo ministero come viceparroco. Nel 1961 diventò parroco nella nuova parrocchia di San Giuseppe a Monza, in una zona periferica, in cui c’era da costruire proprio tutto, la comunità, la casa, la Chiesa. Fu proprio dalla necessità pastorale che nacque in don Peppino il cammino alla scoperta dell’architettura in tutte le sue fasi, dalla ricerca dell’architetto alla messa a punto del progetto, dal reperimento dei fondi alla costruzione.


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Fu attraverso l’esperienza con l’architetto zurighese Justus Dahinden e la sua instancabile sete di conoscenza, che lo portò in giro per l’Europa, che si formarono le sue doti peculiari: chiarezza di visione, senso della priorità, ambizione, concretezza, entusiasmo, combattività.

Così quando nel 1984 il cardinale Carlo Maria Martini ricostituì l’ufficio  nuove chiese della curia di Milano, monsignor Arosio venne nominato responsabile per la costruzione di nuovi complessi parrocchiali per l’intera diocesi di Milano, incarico che lo portò alla realizzazione di più di cinquanta chiese in un arco temporale di poco più di quindici anni, interagendo con architetti del calibro dello stesso Dahinden per Varese, Caccia Dominioni, Botta, Canella, Belgiojoso, D’Ardia, Gabetti e Isola, Galantino, Gregotti, e tanti altri che contribuirono alla riqualificazione soprattutto delle periferie milanesi, sia dal punto di vista sociale che religioso.

Ritiratosi dalla attività curiale, è tornato alla sua casa monzese, al Cederna, prendendo a cuore il ripristino dell’antica chiesa di San Francesco. Nata negli anni Venti, all’interno del complesso industriale del quartiere, la chiesa fu aperta al culto nel 1928 e per anni fu punto di riferimento non solo per gli operai e le loro famiglie, ma anche per molti monzesi. Il tempo però ha lasciato segni profondi, rovinato gli affreschi e deteriorato la struttura.

La partenza delle suore francescane ha poi accelerato il declino di questo piccolo e suggestivo luogo di culto. Monsignor Arosio si è prodigato per recuperare allo splendore l’antico edificio di culto e per farlo rivivere anche come polo culturale, promuovendo conferenze con architetti famosi e concerti di musica con l’aiuto del fratello Gino.

Ultima realizzazione, la più recente: si è prodigato per la realizzazione della nuova chiesa all’interno dell’ospedale San Gerardo

Ma a Monza, nella “sua” parrocchia di San Giuseppe, sono tanti i giovani di allora, oggi cinquantenni e sessantenni, a ricordarlo con affetto come parroco. Questa sera, mercoledì, rosario alle 21 a San Giuseppe, via Guerrazzi. Il rosario verrà recitato anche in chiesa San Francesco domani sera, giovedì . Il funerale sarà presieduto da mons Franco Giulio Brambilla venerdì 22 maggio ore 15.30 in duomo a Monza. La camera ardente sarà presso la chiesa di San Francesco, via Cederna. La salma sarà accolta presso la parrocchia San Giuseppe venerdì alle ore 9, e sarà custodita nella “sua chiesa” per la preghiera fino alle ore 14.30.