La protesta dei precari della sanità ha fatto breccia. Dopo il presidio di venerdì dei lavoratori somministrati della sanità lombarda (3500 in regione, 300 tra gli ospedali di Monza, Ddesio e Vimercate) organizzato sotto Palazzo Lombardia da Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp, la Regione si è impegnata ad aprire un confronto sul premio Covid 19, finora riconosciuto a tutti gli operatori della sanità che hanno contribuito a far fronte all’emergenza tranne, appunto, ai somministrati.
Una delegazione delle tre organizzazioni è stata ricevuta nel corso del presidio dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia e ha ottenuto garanzie sulla volontà politica di ricercare soluzioni utili per eliminare la disparità economica venutasi a creare attraverso un tavolo di confronto che si aprirà nelle prossime settimane con l’assessore Gallera e le direzioni ospedaliere interessate.
I sindacati chiedono anche che il Governo intervenga sulle disposizioni contenute nella legge Madia, che non consentono ai lavoratori somministrati di beneficiare di concorsi riservati con un punteggio che riconosca la loro professionalità. L’altro importante tema relativo alla condizione di questi precari, molti dei quali attivi nelle strutture ospedaliere brianzole e non da anni, è quello della stabilizzazione dei rapporti di lavoro, ora a tempo determinato anche se gli operatori spesso vengono mantenuti in servizio di contratto in contratto . Sono, insomma, di fatto figure professionali stabili anche se con contratti precari.