Monza, continua la spending review: i tagli alle spese previsti (dal parco auto ai pennarelli)

Dai telefoni alle auto Euro 0, al Comune di Monza continua la spending review e si sforbiciano le spese mandando in pensione beni e servizi, soprattutto quelli che hanno fatto il loro tempo. Il piano per il triennio 2018-2020.

Dai telefoni alle auto Euro 0, al Comune di Monza si sforbiciano le spese mandando in pensione beni e servizi, soprattutto quelli che hanno fatto il loro tempo. È stato approvato nei giorni scorsi il Piano di razionalizzazione delle spese per il triennio 2018-2020. Il piano, in realtà, è previsto dalla finanziaria 2008 che a suo tempo aveva dato disposizione ai Comuni di iniziare a rivedere gli esborsi. Così, di anno in anno, le forbici della spending review hanno iniziato a funzionare e continueranno per i prossimi anni puntando su tre settori in particolare: parco auto, telefoni e immobili in affitto. Un giro di vite è previsto anche per i beni di consumo come la cancelleria. Su gomme, matite e pennarelli i costi dovranno scendere del 10 per cento. Con ordine.

Il parco auto. Old style, il parco auto comunale vedrà tagli soprattutto per quelle vetture che hanno dato tutto il possibile. Nell’elenco dei veicoli (con costi di gestione nel 2017 pari a 14.477 euro di cui 5.600 in benzina, 8mila in revisioni e manutenzione e 820 in bolli) si contano una decina di mezzi fra auto e furgoncini. In gran parte al servizio dei settori viabilità, impiantistica, protezione civile, servizi sociali, sport e opere pubbliche e quasi tutti di lungo corso.

Le prime immatricolazioni risalgono al 1993, mentre l’ultima al 2008. In categoria Euro, quella messa meglio è Euro 3. Sono invece 11 i mezzi che dovranno essere condivisi tra più settori. Alla base di quella che viene definita nel documento “l’obsolescenza del parco auto” c’è la stessa spending review che ha imposto alle amministrazioni, dal 2014, di non spendere oltre il 30 per cento di quanto sborsato l’anno precedente per manutenzione, noleggio e uso di autovetture. E per Monza questo significa non superare i 60mila euro.

A oggi le auto del Comune sono 138, la gran parte con classificazioni Euro basse. Le Euro 5 sono 16 e le Euro 6 sono 11 fra cui le auto a noleggio per il sindaco e la polizia locale. Il Comune è proprietario di un veicolo elettrico, l’unico. I tagli toccheranno anche le assicurazioni: per i mezzi troppo vecchi è prevista una sforbiciata sulle coperture, per passare da 60.150 euro di premio del 2017 a 55.708 euro per il 2018.

Giro di vite per la benzina: ogni auto comunale sarà dotata di “fuel card” con banda magnetica e codice pin.

Trecentomila euro in bolletta. Euro più, euro meno. A tanto ammontano le spese per la telefonia e la connessione dati a Palazzo. In realtà, se si guardano le spese dell’ultimo quinquennio si scoprirà che i 309mila euro sono già l’effetto di una potente sforbiciata avvenuta di anno in anno. Nel 2012 in Comune si spendevano 1 milione 349mila euro, ridotti nel 2013 a 1.239.000, nel 2014 a 900mila mila, nel 2015 a 763mila e nel 2016 a 652mila.

In tutto le utenze telefoni del Comune sono quasi 500, per la precisione 457 di cui 240 utenze voce, 217 traffico dati. Su questo fronte, oltre alla sostituzione degli apparecchi, il documento prevede per il 2018 l’adozione di nuovi piani tariffari più convenienti per l’ente.

Anche i beni immobili cadranno sotto la scure della revisione delle spese. Si parla di alloggi, ma anche di affitti. Il patrimonio comunale conta 1.459 alloggi in proprietà, 1.315 in locazione e 144 non locati. Il grosso è impiegato per le situazioni di fragilità gestite dai servizi sociali ed è su questo fronte che i problemi di morosità sono cronici. I tentativi di rientro – sottolinea il documento – si sono rivelati modesti a causa delle situazioni patrimoniali di coloro che dovrebbero pagare e non lo fanno. Qui l’ipotesi è di procedere, dove possibile, alla vendita di parte del patrimonio con risparmi sul fronte delle spese condominiali (che oggi ammontano a 217.500 euro). Stesso risparmio che arriverà dai tagli agli affitti: via Annoni, che andrà in piazza Bonatti, e la caserma della Guardia di finanza di via Manzoni, entrambi in scadenza. Sono 7 gli immobili che attualmente vedono alloggiati servizi pubblici e il conto a fine anno è salatissimo: 600mila euro l’anno. Unica voce in positivo riguarda i riscatti della piena proprietà: a marzo 2018 erano 122 gli atti notarili con un introito per il Comune di quasi un milione di euro, pari al 50 per cento dei riscatti attesi.