Monza: chiesti altri 10 anni di reclusione per il “dottor Berti”, il finto ginecologo accusato di abusi su ragazzine

Già condannato in appello a 5 anni e otto mesi, gli vengono contestati altri presunti reati di adescamento di minori on line, produzione di materiale pedopornografico, sostituzione di persona, e due episodi di violenza sessuale.
Il Tribunale di Milano
Il Tribunale di Milano

La Procura di Milano chiede altri 10 anni di reclusione per l’ingegnere monzese che si spacciava per “ginecologo di fama mondiale” (il fantomatico “dottor Berti”) per adescare ragazzine ed avere rapporti sessuali con loro, già condannato per questi reati a cinque anni e otto mesi in corte d’appello.

Lunedì è arrivata la seconda richiesta di condanna davanti al gup Manuela Accurso Tagano, in un secondo processo (col rito abbreviato) nato da ulteriori accertamenti condotti dagli investigatori della Questura monzese di via Montevecchia per conto del pm Francesca Gentilini. L’uomo, prima di finire in carcere, dove si trova anche attualmente (la difesa ha avanzato istanza di arresti domiciliari per permettergli di seguire una terapia psicologica) viveva nel monzese con la famiglia.

Creava false identità nelle chat di adolescenti , spargendo la voce di questo “dottore” che aveva creato un trattamento capace di «rendere infertili le donne», e «ideale per le ragazzine che non vogliono essere frigide». Per rendere credibile il suo personaggio, produceva falsi articoli di giornale. In altri casi, rubava l’identità di persone esistenti, ovviamente In realtà il suo obiettivo era incontrare le giovani di persona per avere rapporti sessuali, come avvenuto in varie occasioni, anche a Monza.

Utilizzava, a questo scopo, «toni melliflui e moine», oltre a «monologhi affettati e lusinghieri». Per queste accuse, in primo grado aveva rimediato una condanna a otto anni, poi ridimensionata a cinque anni e 8 mesi in Appello. Nel frattempo, però, si sono aggiunte le accuse di altre 11 ragazzine. Le successive indagini della polizia di Monza, infatti, sono sfociate in un nuovo procedimento dove vengono contestati altri presunti reati di adescamento di minori on line, produzione di materiale pedopornografico, sostituzione di persona, e due episodi di violenza sessuale ai danni di una minorenne di Piacenza e di una di Monza: casi ulteriori rispetto a quelli già contestati nel primo filone processuale. Ora la nuova richiesta di condanna e il rinvio dell’udienza al 24 maggio, data in cui dovrebbe prendere parola la difesa dell’imputato.