Monza, Cereda calzature spegne le voci: «Restiamo al nostro posto»

La voce è circolata nelle ultime settimane sui social e molti sono andati a chiedere in negozio: no, Cereda Calzature non chiude. La storia del negozio di scarpe in corso Milano dal 1948 (e com’è cambiata la clientela).
Monza Cereda Calzature
Monza Cereda Calzature Fabrizio Radaelli

«Restiamo al nostro posto. Non ce ne andiamo, non chiudiamo». A smentire alcune voci che erano circolate nelle ultime settimane è la famiglia Carpani che dal 1977 gestisce lo storico negozio di calzature Cereda di corso Milano a Monza. A tenere le redini ora sono i giovani Andrea e Francesca con mamma e papà sempre al loro fianco.

«Ci siamo resi conto che i nostri clienti erano preoccupati – afferma Andrea – molti di loro sono venuti di persona a chiederci spiegazioni, altri ci hanno scritto sui social. Ci tengo a tranquillizzarli. Noi, malgrado tutto,non molliamo». E in quel «malgrado tutto» Andrea vorrebbe metterci la crisi del mercato, le difficoltà sempre maggiori ad accedere ai finanziamenti, le tasse sempre più alte, la liberalizzazione delle licenze commerciali e altro ancora.

«Però sono convinto che la professionalità paghi – riprende – l’attenzione al prodotto e alla clientela, la conoscenza dei materiali, delle lavorazioni, dei modelli, e l’amore che uno ha verso il proprio lavoro. Da sempre qui abbiamo avuto un grande rispetto per i prodotti e per le persone, siano esse dipendenti o clienti. E ci ha fatto molto piacere rivedere in questi giorni vecchi clienti, alcuni dei quali venivano qui sin da bambini accompagnati dai loro genitori».

Cereda ha sede sul principale corso monzese dal 1948. Prima era un laboratorio che realizzava scarpe a mano, soprattutto modelli per la montagna, e poi si è trasformato in un piccolo negozio di calzature che è diventato via via più grande negli anni. Corso Milano era il passaggio obbligato per tante persone che lavoravano nelle storiche fabbriche monzesi: Cgs, Philips, Simmenthal. Fabbriche che oggi non esistono più. Gli operai si fermavano a comprare scarpe comode per il lavoro e anche qualche piccolo vezzo per la domenica invogliati dai prezzi competitivi.

«La nostra famiglia – prosegue Andrea – ha sempre privilegiato il made in Italy, scelta che continuiamo a portare avanti anche in un periodo in cui la concorrenza asiatica è agguerrita».

Agli operai che lavoravano a Monza si aggiungevano quelli diretti alla Breda, alla Falck e alla Pirelli di Sesto san Giovanni.
«Qui c’era la fermata del tram – afferma Andrea, con l’assenso dei suoi genitori – ed era comodo per loro passare di qui. Il negozio stava aperto fino a tarda sera mentre il sabato era il giorno di shopping per tutta la famiglia». Corso Milano è profondamente cambiato negli ultimi anni. I negozi di vicinato hanno chiuso i battenti e anche le persone sono cambiate così come le loro abitudini.

«Ma noi rimaniamo – conclude Andrea – e nemmeno internet mi fa paura. Comprare online non è come provare una scarpa di persona con le mezze misure, con il plantare da aggiungere o togliere… è un’altra storia».