Monza: c’è il comma Bramini nella finanziaria per chi ha crediti con gli enti pubblici

Nella finanziaria del governo Conte ci sono anche le norme figlie del caso Brambini, l’imprenditore di Monza fallito per colpa dello Stato e destinate a chi vanta crediti nei confronti degli enti pubblici.
Monza: Sergio Bramini con Luigi Di Maio
Monza: Sergio Bramini con Luigi Di Maio Fabrizio Radaelli

C’è anche un po’ di Monza nella manovra da 37 miliardi approvata lunedì sera dal Consiglio dei ministri e inviata martedì mattina alla Commissione europea. Tra le “Misure per lo sviluppo economico” del decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale, il Def, si trova anche la norma “Bramini” che intende “introdurre norme a tutela di chi ha debiti nei confronti delle banche ma vanta crediti nei confronti dello stato”: lo si legge nero su bianco nel comunicato stampa numero 23 del Consiglio dei ministri datato 15 ottobre.

Il vicepremier Luigi Di Maio l’aveva anticipato a Ivrea sabato sera, durante un incontro con gli imprenditori dell’associazione Drappo Bianco e l’ha ribadito sui social anche lunedì, in un lungo post dedicato alla “Manovra del popolo”: «Abbiamo sancito che se una persona ha crediti con la pubblica amministrazione, non gli può essere pignorata la casa (grazie Sergio Bramini!)», ha scritto su facebook. Bramini, l’imprenditore monzese che si dichiara fallito a causa dello stato, in questi mesi ha lavorato parecchio per proporre un pacchetto di leggi per tutelare chi si trova nelle sue stesse condizioni: «Spero che sia ben passato il principio per cui mi batto da tanti anni – ha spiegato – Sto lottando in particolare per l’abrogazione dell’articolo 560 della legge 119/2016 Boschi-Renzi», che consente lo sloggio da casa dei debitori ancora prima che l’immobile sia venduto all’asta – e, questo, nonostante le loro condizioni fisiche e nonostante la presenza di disabili, anziani, bambini o malati.

«Non voglio che succeda ad altri quello che è successo a me», ha proseguito Bramini, allontanato dalla sua unica abitazione lo scorso maggio. «La prossima asta per la vendita dalla casa è fissata per il 22 novembre: spero di riuscire a bloccarla». Intanto, la raccolta fondi online ha superato i duecentomila euro e i sottoscrittori delle diverse petizioni per lanciate per salvare la casa di Bramini sono stati più di 186mila.