Monza: Casapound imbavaglia il Re de Sass, Anpi e sindacati protestano per il convegno dell’ultradestra

Anche a Monza i militanti di Casapound protestano contro i provvedimenti di Facebook imbavagliando il Re de Sass. Anpi Brianza intanto segnala la concessione di uno spazio pubblico di Monza alla formazione dell’ultradestra. Una circostanza condannata anche dai sindacati
Il bavaglio di CasaPound al Re de Sass
Il bavaglio di CasaPound al Re de Sass

Un lungo bavaglio rosso sulla statua del re Vittorio Emanuele in piazza Citterio: è così che i monzesi hanno trovato il Re de Sass nella mattina di venerdì 18 ottobre, quando anche in Brianza è arrivata la protesta di CasaPound, la formazione di ultradestra che nelle scorse settimane ha visto pagine e profili sui social internazionali chiuse.

“Un bavaglio apposto dai militanti di CasaPound sulle statue di tutta Italia, questa la simbolica protesta con la quale il movimento della tartaruga frecciata ha inteso continuare a tenere alta l’attenzione sulla censura in Rete, a 40 giorni dalla disattivazione delle sue pagine e dei profili dei suoi attivisti da parte delle piattaforme Facebook e Instagram e in attesa della prima udienza della causa intentata contro i siti di Mark Zuckerberg, fissata per il 13 novembre” hanno scritto i militanti sul sito internet nazionale.

Intanto l’Anpi di Monza si affianca alla protesta dela sezione di Cinisello Balsamo, il cui sindaco ha accettato di essere in veste istituzionale al convegno di CasaPound in programma a Monza il 25 ottobre a Monza, in uno spazio concesso dal Comune: sala Maddalena. “È grave che l’amministrazione comunale conceda uno spazio pubblico ad una associazione composta da persone che si autodefiniscono i fascisti del terzo millennio” scrive l’Associazione nazionale partigiani. “Non possiamo ignorare che, in coerenza con la loro ideologia di riferimento, gli esponenti di Casa Pound si sono resi protagonisti di episodi di violenza e di aggressioni nei confronti di chi la pensa diversamente da loro. Inoltre sono responsabili della diffusione di un clima di odio e di intolleranza, tanto è vero che persino Google ha preso provvedimenti nei confronti dei siti da loro gestiti”.

Ferma condanna anche da parte di Cgil, Cisl e Uil di Monza Brianza: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, recita la nostra Costituzione. Non si transige. È vietato! Le norme vigenti prevedono l’arresto per chi “[…] rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”. Quale legittimità democratica può vantare chi in questi anni ha subito condanne per aver organizzato manifestazioni violente contro l’arrivo di richiedenti protezione internazionale?».