Monza: arrestato all’alba, ladro acrobata riesce a evadere dalla nuova Questura

Arrestato per furto in appartamento - sorpreso mentre si calava dal balcone da un vicino che ha chiamato i soccorsi - è riuscito a evadere dalla camera dei fermati della nuova Questura di Monza approfittando di un momento di distrazione.
La Questura di Monza
La Questura di Monza

Approfittando di un momento di distrazione degli agenti, è evaso dalla camera dei fermati della nuova questura di Monza, infilandosi in una fessura tra le sbarre. Protagonista dell’incredibile fuga è un uomo albanese, senza fissa dimora., classe 1996. Era stato arrestato alle quattro del mattino di giovedì per un furto in appartamento. Due ore dopo, è riuscito a scappare dal nuovo edificio di via Montevecchia, nel capoluogo brianzolo, inaugurato lo scorso aprile alla presenza del Ministro degli Interni Matteo Salvini.
Secondo quanto emerso, il giovane, in un momento in cui non era guardato a vista, si è arrampicato sulle sbarre della camera in cui vengono provvisoriamente collocati i fermati, che alla loro sommità non arrivano fino al soffitto, ma lasciano un’apertura attraverso la quale è riuscito a passare, contando su un fisico snello e agile.

Poi ha aperto una finestra, è uscito nell’area esterna della questura, e ha guadagnato la libertà.

L’albanese era finito in manette grazie alla segnalazione di un cittadino che vive in un condominio di via Debussy, nel quartiere monzese di Cazzaniga, peraltro vicinissimo, in linea d’aria, proprio ai nuovi uffici della polizia. L’uomo ha sentito dei rumori sospetti dall’appartamento al piano di sopra, i cui proprietari sono in vacanza. Il ragazzo si stava calando dal secondo piano, ed è stato bloccato, quand’era sul balcone dello stesso cittadino che ha chiamato le forze dell’ordine. Assieme a lui c’era un complice, dileguatosi correndo. Il 22enne, invece, era stato trovato con la refurtiva, che aveva goffamente cercato di nascondere in un cestino dei rifiuti: vari monili e oggetti d’oro, nonché spiccioli per un euro e cinquanta centesimi. Poi, però, l’evasione, e il processo per direttissima giovedì mattina, che per legge andava celebrato ugualmente, anche se, in quel momento, era ancora un “fantasma”.