Monza: aperto il bando per il masterplan che disegna il futuro di Parco e Villa reale

Infrastrutture Lombarde ha aperto il bando per il “piano regolatore” di Parco e Villa reale. Sul tavolo per il masterplan ci sono 445mila euro: termini aperti fino al 18 febbraio.
-
Fabrizio Radaelli

E alla fine eccolo lì, messo direttamente sotto l’albero alla vigilia di Natale: l’ormai leggendario bando per il masterplan della Villa reale e del Parco. Cos’è? Il futuro piano regolatore che definirà come utilizzare 30 milioni di euro dei 55 totali che la Regione ha investito nel complesso monumentale di Monza.

Se ne parla da quattro anni, cioè dal momento in cui il Pirellone si è reso disponibile a finanziare la riqualificazione della Reggia entrando nella sua proprietà indivisa con, principalmente, i Comuni di Monza e Milano. Della cifra messa a disposizione da Palazzo Lombardia, la prima tranche da 23 milioni è stata stanziata, nei cosiddetti interventi di Fase 1, tra prioritari e no. Manutenzioni negli edifici, riqualificazioni, il completamento di alcuni restauri rimasti parziali, come quello del Mirabello e poi le opere nel patrimonio verde. Ora si tratta di decidere come utilizzare i 32 milioni restanti e la scelta del Consorzio è stata di procedere con un bando internazionale capace di attrarre le proposte più qualificate possibili.

Il bando è stato aperto da Infrastrutture Lombarde: mette a disposizione 447.500 euro per i team che vorranno candidarsi alla redazione del masterplan, un programma di sviluppo che determinerà il futuro di tutto il complesso, scegliendo funzioni, indirizzi, progetti per le strutture e gli edifici presenti nella Reggia. Il termine ultimo per candidarsi all’incarico è il 18 febbraio: poi ci saranno ventiquattro mesi di tempo dall’assegnazione per portare a termine il lavoro che, prima di tutto, indica le risorse umane necessarie per partecipare.

Si tratta di non meno di otto professionisti, come un esperto in discipline economiche e finanziarie con funzioni di coordinamento del gruppo di lavoro, uno di restauro architettonico e valorizzazione dei beni culturali, un esperto in materia paesaggistica con competenze in materia di giardini storici e uno in pianificazione territoriale e urbanistica, quindi uno con competenze agronomiche forestali e un altro in comunicazione con competenze in materia di beni culturali. Infine un professionista di marketing territoriale e un avvocato esperto in diritto pubblico. Quasi tutti con esperienza decennale attestabile. I gruppi che si candidano all’elaborazione del masterplan dovranno anche dimostrare un “fatturato globale espletato nei migliori tre esercizi dell’ultimo quinquennio per un importo pari a 2 volte l’importo a base di gara, pari ad euro 895.000,00 iva esclusa”, una scelta che vale anche per gli incarichi precedentemente avuti, requisiti richiesti “a garanzia della qualità della prestazione offerta e della serietà dell’offerente, in ragione della sua effettiva esperienza e della sua capacità di svolgere, in concreto, la prestazione oggetto di affidamento, al fine di tutelare al meglio l’interesse pubblico alla perfetta e regolare esecuzione del servizio in affidamento”.

Le offerte saranno valutate in base a un sistema di punteggi che riguardano “Qualità, completezza e coerenza della metodologia di lavoro proposta”, “Qualità complessiva del gruppo di lavoro, completezza ed attinenza dei cv rispetto alle esigenze della amministrazione, organizzazione e distribuzione delle attività tra i diversi componenti in funzione della proposta progettuale”, “Esperienza pregressa anche a livello internazionale”.

Poi, la commissione giudicatrice, che sarà formata solo dopo la scadenza del termine per la presentazione delle domande: sarà composta da cinque persone tra cui tre commissari selezionati all’interno della stazione appaltante (Infrastrutture Lombarde), esperti nei settori prevalenti del l’oggetto della gara, commissari con idonea laurea “o, in ogni caso, specializzazione professionale, nei settori oggetto della presente procedura di gara”.

“Il masterplan – si legge nel documento di indirizzo che correda il bando e scritto dal Consorzio Villa reale e Parco – si deve configurare come una progettazione integrata e strategica delle attività di conservazione e valorizzazione di tutte le componenti del sistema complesso costituito da Villa reale e dal Parco di Monza. La stretta connessione tra le attività di conservazione e valorizzazione può trovare piena efficacia solo se sistematizzata all’interno di un sistema di gestione che si faccia carico del coordinamento di tutte le attività necessarie alla conduzione sul breve, medio e lungo periodo di tale complesso”.

Un percorso che, si legge, deve essere in grado di assecondare “il percorso già intrapreso dagli enti, a partire dagli anni ‘90, per la riqualificazione e valorizzazione del complesso o di sue parti e dai progetti e attività in corso”. L’indirizzo fa riferimento anche alle linee guida allegate all’Accordo di Programma (il documento che ha portato 55 milioni e la Regione nella Reggia), in cui viene sottolineato che “il complesso monumentale composto da Villa reale e Parco di Monza è un sistema vasto, complesso e articolato che è già stato oggetto nei decenni scorsi di importanti azioni regionali per la sua manutenzione e valorizzazione. (..) L’avvio di un programma di interventi per la riqualificazione e valorizzazione nel medio lungo periodo dell’intero compendio è (..) un’azione complessa e impegnativa, sia in termini di risorse finanziarie sia di scelte strategiche, che difficilmente può essere risolta e definita in modo efficace in un unico passaggio tramite un disegno predefinito. Appare più opportuno procedere per successivi step di affinamento dei programmi e delle indicazioni progettuali”.

E infine, il Consorzio chiede ai candidati “una pianificazione che individui strategie e modelli di gestione ai diversi livelli, così che le attività sul complesso possano valersi delle opportune sinergie e alleanze, generare risorse e attrarre nuovi investimenti, costruire un quadro di maggiore sostenibilità. Il modello – è la conclusione del bando- richiede di passare attraverso una analisi del contesto, la declinazione degli obiettivi generali in obiettivi specifici, la definizione di linee strategiche, la definizione delle corrispondenti azioni, che a loro volta dovranno essere descritte attraverso piani che consentano di pervenire a un modello di gestione e a un quadro economico-finanziario da corredare degli opportuni indicatori di monitoraggio”.