Monsignor Delpini in autodromo a Monza: «Capace di trasformarsi di fronte alle necessità del momento» – FOTO

L’arcivescovo per la prima volta all’autodromo nazionale in occasione della Festa dell’automobilista dell’Aci. Le sue parole.
Festa automobilista
Festa automobilista Fabrizio Radaelli

Ha visitato domenica scorsa per la prima volta l’Autodromo di Monza l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, per partecipare e impartire la benedizione alla Festa dell’Automobilista, organizzata in occasione di san Cristoforo, patrono degli automobilisti e di tutti i conducenti di mezzi a motore. Una tradizione ritornata dopo 30 anni, come ha ricordato il presidente dell’Autodromo, Giuseppe Redaelli.

Il circuito monzese ha aperto le porte a tutti gli appassionati di quattro ruote. I soci degli Automobile Club di Milano, Brescia, Varese, i singoli privati, gli agricoltori della Coldiretti, i volontari, hanno potuto provare l’ebbrezza del tempio della velocità.

Alle 12.30 la statua lignea di san Cristoforo ha aperto la sfilata dei mezzi della Coldiretti, delle auto di servizio delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana, delle vetture del pubblico e delle moto del Moto Club Monza. L’arcivescovo ha benedetto tutti i presenti.

«La benedizione indica l’alleanza di Dio con tutti coloro che fanno opere di bene – ha detto monsignor Delpini sottolineando il suo messaggio con tre parole – La prima è “insieme” perché noi possiamo fare quello che facciamo, avere occasioni come oggi perché siamo insieme. Dio ama coloro che sono insieme, che lavorano insieme, che portano insieme il peso della vita, che condividono la sfida dei problemi».

E poi, la “festa”. «Abbiamo bisogno di gioia, non solo di soldi o di risultati economici. Dobbiamo imparare ancora a fare festa: il distanziamento che ci ha separato non può impedirci di ricominciare a far festa».

Infine, la “speranza”: «Guardate a tutto con realismo, con organizzazione efficiente, con tutte le attenzioni necessarie, ma con speranza. Guardate avanti, al futuro».

L’arcivescovo ha evidenziato anche le diverse caratteristiche dell’autodromo: “luogo di competizione e di altissime tecnologie ma anche luogo di lavoro, struttura aperta al territorio per fare fronte alle necessità del momento tanto da trasformarsi in centro di somministrazione dei vaccini e spazio accogliente e solidale per fare si che nessuno rimanga indietro”.

E proprio a suggello di queste parole monsignor Delpini ha incontrato Mario Alparone, direttore generale dell’ospedale San Gerardo, che ha ricordato che in autodromo sono stati allestiti due centri vaccinali che hanno somministrato oltre 85.000 dosi, e il direttore della Caritas, Luciano Gualzetti con il quale ha visitato la mostra fotografica intitolata “Per non tornare indietro, nessuno sia lasciato indietro” di Tiberio Mavrici che ha immortalato i volti della solidarietà ambrosiana in tempo di pandemia.

Il ricavato della giornata – dedotti i costi vivi –sono stati destinati alla Caritas Ambrosiana. Prima del pranzo comunitario preparato dagli Alpini, dai volontari dell’associazione Monelli della Motta e della Caritas Ambrosiana Delpini ha compiuto il giro della pista a bordo della vettura guidata dal presidente dell’Autodromo. Nel pomeriggio, Dario Lucchese ha ricevuto nella sala stampa “Tazio Nuvolari” il Premio Bruno Brida Monza per la sua attività giornalistica per Autosprint durante l’ACI Racing Weekend. Il riconoscimento è intitolato alla memoria del Direttore di Paddock Bruno Brida, prematuramente scomparso nel 2019. Alla cerimonia di consegna, condotta dal coordinatore della comunicazione dell’Autodromo Davide Casati, sono intervenuti il presidente Giuseppe Redaelli e il direttore generale dell’autodromo Alessandra Zinno, Umberta Testa e Luca Brida, moglie e figlio di Bruno Brida, e in collegamento Franco Carmignani di Paddock e Carlo Leoni di Stellantis.